Come Dio si rivela
… La rivelazione di Dio ha carattere progrediente. Dio non si rivela sin dal principio compiutamente, ma secondo un ritmo fatto di tappe e attese, d’interventi, di soste e di repentine irruzioni. Un ritmo che esprime l’attuarsi del suo libero disegno di amore e insieme il rispetto dei tempi dell’uomo, attraverso una sorta di pedagogia filantropica, che i Padri della Chiesa chiameranno divina “condiscendenza”.
San Giovanni della Croce afferma in proposito che v’è un ritmo proprio di Dio e v’è un ritmo proprio dell’uomo, nel comunicarsi dell’uno all’altro. Mentre Dio si dona sempre tutto ogni volta, l’uomo lo può accogliere solo a poco, con pienezza crescente.
Il che la dice lunga sull’identità del Dio con cui abbiamo a che fare nella rivelazione: un Dio che cerca l’uomo, ne rispetta i tempi di crescita, perché lo ama e lo vuole suo libero e adulto partner.
Ireneo di Lione giunge a dire che tale divina condiscendenza non ha solo lo scopo di far sì che l’uomo impari a convivere con Dio, ma anche quello di permettere a Dio di “abituarsi” a coabitare con l’uomo! (Piero Coda, teologo)
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I passaggi della Pasqua
“Il cielo e la terra passeranno” (Lc 21,33) … con la loro ingiustizia e “Noi, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia” (2Pt 3,13).
C’è dunque qualcosa o anche tanto che deve passare, c’è un mondo che non corrisponde all’appello del tempo che si vive, un mondo che naviga nell’ingiustizia sotto varie forme e che vuol far apparire come cosa giusta il suo progetto costruito secondo i criteri propri dell’ingiustizia. Come può essere dichiarato giusto che uno viva con tanto e l’altro con poco?
E s’intravvede all’orizzonte qualcosa che cambia e che afferra la mente e le forze dei giovani imprenditori convocati (incontro rinviato) da Papa Francesco per individuare, alla luce dello Spirito, le strade nuove per una nuova terra che imita il cielo che risulta nuovo perché non seguito. (cfr 2Pt 3,13) Con la conferma dell’Apocalisse: “E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più” (Ap 21,1).
(dip)
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GESÙ INSEGNA A PREGARE ( Mt 6, 7s – Lc.11, 2-4 )
PADRE NOSTRO
Tu sei così.
Sei il Creatore e Signore ed è vero ma è altrettanto vero che Tu sei Padre.
È il tuo “essere Padre” che provoca e anima tutto.
Siccome Tu sei Padre ci sono io.
È il tuo pensiero di Padre che mi ha creato.
Io sono perché Tu sei il Padre.
Anzi con più precisione, tu Sei il Babbo, il Papà.
È per questo che posso vivere tranquillo.
Qualunque cosa accada ci sei Tu.
E Tu sei Padre di tutti.
Io non vivo in solitudine.
Ho altri fratelli e sorelle ai quali sono legato a motivo di Te, unico Padre.
Quando Ti chiamo con il nome di Padre porto con me tutti gli altri.
Ti capirò come Padre quando gli altri mi saranno tutti fratelli…
segue.
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Pensiero del giorno
Dal Vangelo secondo Giovanni 21, 1-14
È IL SIGNORE!
I discepoli provano a riprendere la vita ordinaria dopo tre anni di vita straordinaria, con Gesù.
Sembrano stanchi e rassegnati e toccano con mano che, per loro, non è più possibile vivere come se nulla fosse successo e, soprattutto, senza Gesù. È Lui l’anima della loro anima. Si accorgono quanto sia importante questa sua presenza, nel momento della sua assenza, quando Egli manca.
Mentre loro appaiono sfiduciati e senza più coraggio, Gesù non si rassegna e torna. Nessuno lo ha chiamato. L’iniziativa è sua. Egli non viene meno alle sue scelte e alla Parola annunciata, al progetto del Padre. Fa sentire e sperimentare la bellezza dell’essere famiglia là dove si vive serenamente insieme, ci si vuole bene e ci si aiuta, si cena insieme.
Il suo Amore non viene mai meno, come non viene meno il suo desiderio di stare sempre con noi.
Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente !
(Ap 1,17.18)
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