18.01.2015 – 2^ Domenica del Tempo Ordinario: Per poterlo capire, bisogna incontrare Gesù
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Rispondere a Dio.
Non basta stare all’interno del tempio come Samuele – oggi diremmo all’interno di una chiesa – per poter dire che si è incontrato Gesù.
“Egli non aveva ancora conosciuto il Signore” (1^ Sam 3,7). Quindi stava dentro, faceva cerimonie con Eli ma non aveva la percezione di Colui che si adorava e si lodava.
Per conoscere Dio e per noi oggi Gesù ci vuole una chiamata. Essa c’è e ci sarà comunque sempre ma, l’esperienza di Lui, dipende dall’ ascolto accogliente.
E qui notiamo che Samuele sente la voce che lo chiama ma va direttamente da Eli perché abituato ad ascoltarlo e ad obbedirgli. E invece Eli indica che è un altro interlocutore che sta bussando alla sua porta. Anche oggi è importante non agire semplicemen-te perché c’è un prete o fare le cose per farlo contento, ma fare tutto come risposta a Dio, magari insieme con Lui.
Rispondere a Gesù.
Due giovani seguivano il Battista. Quando il loro maestro indica con il dito l’Agnello di Dio, “essi sentendolo parlare così, seguirono Gesù” (Gv 1,37). Era ben noto il significato dell’Agnel-lo destinato al sacrificio e quindi segno dell’amore fino in fondo.
Domandiamoci: quali sono le nostre proposte ai ragazzi e ai giovani? Se questi sono scattati all’annuncio di uno che si dona in modo completo, non sarà che i nostri stanno lì fermi perché le proposte sono piccole e forse solo accondiscendenti e quindi non così attraenti da spingerli a giocare la vita per qualcosa di grande come l’avventura che Gesù propone? Mi diceva un amico di nome Claude, entrato nella droga pesante e ora giovane dalla vita cambiata: “Non potevo lasciare il paradiso artificiale se non avessi trovato quello vero!”.
I due, Andrea a Giovanni, seguono dunque Gesù che però sonda le loro reali intenzioni e chiede: “che cosa cercate?” …forse miracoli, non è il caso…forse soldi, men che meno. Del resto ci sarà uno dei suoi che, a quanto sembra, avendo mire di benessere economico, lo tradirà perché forse rimasto deluso dal Maestro.
Essi non dicono cosa cercano ma semplicemente dove Egli abita e Gesù dice loro di andare e vedere. E rimangono con Lui parecchie ore.
Per conoscere Gesù
È necessario starci insieme.
- Perché durante la giornata non trovare un momento in cui si spegne tutto intorno, compresi i cellulari, e si sta con Lui, in silenzio? Se un ospite arrivasse a casa nostra, conti-nueremmo a fare faccende, o a vedere la televisione o a rispondere al telefono? Non ci fermeremmo forse con lui?
- E poi abbiamo sentito che ognuno di noi è tempio di Dio. Ora il tempio si può profanare o può diventare un vero luogo di adorazione e di lode. Allora anche l’altro che è trattato male, diventa un tempio profanato o, se invece lo si tratta bene, si fa attenzione, si ascolta, si aiuta, diventa un tempio sacro a Dio e quindi luogo di accesso a Dio dove Lui è presente e riversa il suo amore.
Come si fa a comprendere che uno è stato con Gesù?
Basta guardare Andrea che appena uscito da questo incontro “incendia” letteralmente il fratello.
È talmente pieno di fuoco che Simone non resiste alla chiamata di Andrea e va da Gesù con lui. Sarà poi Gesù stesso a convalidare la scelta di Andrea.
E così accade che chi sta con Gesù, coinvolto da Lui, ne acquista la stessa autorevolezza e può chiamare anche lui.
Per davvero il cristiano, seguace di Cristo, può avere una tale speciale grazia purché non attragga a sé ma porti le persone a Gesù.
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