18.02.2024 – 1^ di Quaresima: Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà – Mc 1,12-15

18.02.2024 – 1^ di Quaresima: Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà – Mc 1,12-15

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CONVERSIONE Il tragitto di conversione coglie anche Gesù
che inizia anche come uomo il suo ministero.
È guidato e incalzato dalla potenza dello
Spirito di Dio.
Quale l’ambiente.
È il deserto che nella tradizione biblica è
dove si vive una prova, e insieme tu per tu
con Dio. Già ne parlava il profeta Osea: “ecco,
l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e
parlerò al suo cuore” (cfr 2,16).
Chi è che l’operatore di disturbo?
È chiamato satana! Egli designa il principio
spirituale malvagio che si oppone al
volere di Dio e che cerca di allontanare
Gesù, ma anche i discepoli, dalla via
tracciata da Dio.
Come? In quale senso?
La tentazione non è espressa nel suo
contenuto ma si può intuire che si tratta di
mettere Gesù alla prova sulla sua scelta di
un Messia che è e sarà diverso dalle attese.
Il momento della scelta dell’uomo Gesù.
Fare propria la missione ricevuta dal Padre:
essere il Messia non nella manifestazione di
potenza, ma del servizio e dell’appello alla
conversione rivolta al cuore dell’uomo.
Gesù può iniziare il suo ministero.
Gesù, superata la prova, inizia a dare un annuncio
buono, lieto, favorevole. È il vangelo di
Dio che viene da Dio e viene fatto conoscere.
In quale modo?
➢ Con l’annuncio di un tempo propizio.
Dio che rivela il suo essere Padre e che il
suo regno è famiglia, e si sperimenta nella
relazione con Lui e tra gli uomini.
➢ Che richiede una conversione.
come adesione: l’avvento infatti del regno
non è conquista, né possesso, ma evento e
dono, che occorre accogliere e parteciparvi, e
cioè entravi dentro.

➢ Per la scelta del Vangelo.
Aprirsi, affidarsi, ancorarsi, fare proprio
l’annuncio portato da Gesù a nome di Dio,
partecipando così liberamente e attivamente
della novità dell’evento da Lui inaugurato.
“La Quaresima è il tempo di grazia in cui il
deserto torna a essere – come annuncia il
profeta Osea – il luogo del primo amore (cfr
Os 2,16-17). Dio educa il suo popolo, perché
esca dalle sue schiavitù e sperimenti il
passaggio dalla morte alla vita. Come uno
sposo ci attira nuovamente a sé e sussurra parole
d’amore al nostro cuore … Quando nel roveto
ardente il Signore attirò Mosè e gli parlò,
subito si rivelò come un Dio che vede e
soprattutto ascolta: ‘Ho osservato la
miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il
suo grido a causa dei suoi sovrintendenti:
conosco le sue sofferenze. Sono sceso per
liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo
salire da questa terra verso una terra bella
e spaziosa, verso una terra dove scorrono
latte e miele’ (Es 3,7-8)” (dal Messaggio per la
Quaresima 24).
C’è un deserto alla nostra portata: “Bisogna
dire a se stessi: ora non ho nient’altro
da fare che pregare. I prossimi dieci
minuti – o qualunque altro tempo egli si
sia prefisso – non devono servire che a
questo. Tutto il resto non c’è più. Io
sono completamente libero e solo per
questo sono qui” (Romano Guardini).
La tentazione è quella di farcelo rubare o
di barattarlo con altro. Mentre lo Spirito lo
ritiene essenziale. È da qui che tutto
scaturisce.
Anche Gesù, uscito dal deserto, “andò
proclamando il Vangelo di Dio”, divenne
servo del Vangelo, cioè della Buona
Notizia che Dio si è fatto vicino e ama
ognuno di un amore appassionato.