18.08.2024 – 20^ Domenica del Tempo Ordinario: IL FUTURO ASSICURATO – Gv 6, 51-58

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Nel passaggio dalla prima alla seconda parte del suo discorso si nota una certa incongruenza. Ha promesso: “Chi crede ha la vita eterna” (v. 47) e oggi dichiara: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” (v. 54). Se, per avere la vita eterna, è sufficiente la fede nella sua parola, l’adesione alla sua proposta, al suo vangelo, che necessità c’è di accostarsi anche al sacramento dell’eucaristia?
Oggi, nel mondo, per mancanza di presbiteri, la maggior parte delle comunità cristiane, nel giorno del Signore, non ha a disposizione il pane eucaristico, ma solo il pane della Parola e siamo certi che, da quest’unico alimento, ricevono abbondanza di vita. Perché allora l’eucaristia? Non basta la Parola?
Va premesso che questo sacramento – che rende realmente presente Cristo – non sostituisce la fede nel suo vangelo. Questa è fondamentale e imprescindibile. In realtà anche l’eucaristia non produce alcun effetto se non è ricevuta con fede, cioè, se non è espressione della decisione interiore di accogliere Cristo e di permettergli di animare tutta la vita. Ecco perché prima si proclama la parola di Dio. Chi accetta di divenire una sola persona con Cristo nel sacramento, deve prima conoscere la sua proposta di vita. Non si stipula un contratto senza aver letto e valutato con attenzione tutte le clausole.
È troppo grande la promessa che supera di gran lunga ogni possibile previsione e ogni più ampio desiderio. È la soluzione del vero problema dell’uomo che è la morte. Nessuna scoperta tecnologica può farci nulla, può solo spiegare ma non risolvere.
Sono queste parole autorevoli che garantiscono il vero futuro. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno che apre e chiude il brano. All’interno ci sono due articolazioni che dicono cosa compie quel pane:
La prima: io in Gesù e Gesù in me. È vera inabitazione reciproca che mantiene comunque le proporzioni, Lui è in me perché io sono in Lui. Il che significa una relazione quotidiana, di tutti i momenti, e a tutto campo sempre mantenendo le proporzioni che segnano l’ampiezza delle sue vedute. È per me un guadagno enorme mentre per Lui è mantenere il suo essere Dio.
La seconda: vivrò per Lui, a motivo di Lui, spronato da Lui, secondo il suo progetto e i suoi desideri. È Lui la guida sicura. E la certezza sta nei segni del pane e del vino che hanno sul corpo fisico una funzione di assimilazione a livello di muscolatura e a quello del sangue. Così il suo Corpo e il Suio Sangue che ci assimilano a Lui e non Lui a noi. Dopo l’eucaristia il mio essere divino prevale su quello umano. Questo resta ma io non sono più come quello di prima.