18.5.2014 – 5^ Domenica di Pasqua: Ognuno al suo posto!
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,1. “Non è giusto che noi lasciamo da parte la Parola di Dio per il servizio delle mense” (Atti 6,2)
Dal malcontento organizzativo nasce un nuovo modo di vedere e di agire. Gli apostoli, ebrei di origine, pensano al servizio delle loro vedove; ma altri, che ebrei non lo sono, e anch’essi sono cristiani, si sentono trascurati; e per questo vengono scelte sette persone che si prendano cura dei loro poveri, specialmente le loro vedove. Potremmo dire che siamo di fronte ai due servizi: quello di Pietro, che si prende cura della vita più spirituale, e quello di Maria, che era laica, che è chiamata ad organizzare, con la carità, la vita più materiale.
2. “Quali pietre vive siete costruiti come edificio spirituale” (1Pt 2,5).
I laici (lett. dal gr. uno del popolo) esprimono la molteplicità del popolo di Dio di cui sono la parte più numerosa e, per questo, più presente nelle varie realtà. Sono, in quanto battezzati, pietre vive senza le quali tutto è come morto e puramente formale. È come vedere una testa senza il corpo.
3. “Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me” (Gv 14, 3)
Vado a prepararvi un posto!
È il mio, il tuo posto, quello giusto, quello pensato da sempre!
Si nota la delicatezza di Gesù che dice: quando tutto sarà pronto, non continua: voi verrete ma verrò a prendervi… e il motivo è: perché siate con Me, vi voglio con Me! È l’Amore che fa casa.
Ora tuttavia aggiunge: c’è una via da percorrere. Mette un po’ pensiero? Ed Egli assicura: sono Io stesso la tua via: impara da Me che sono mite ed umile di cuore, se mi seguirai avrai la luce della vita, non pensare a te e vivi la vita con le sue prove, io sono la risurrezione e la vita, il Primo l’Ultimo e il Vivente.
È il passaggio dalla morte alla risurrezione che inaugura un tempo nuovo, quello del Dio Vivente per sempre, quello di una nuova umanità armonica e ordinata dall’Amore vero dove ognuno è al suo posto. Quale? È il posto in cui ci colloca la Volontà del Padre. Quello che ha occupato Gesù.
“Io sono nel Padre e il Padre è in Me” (Gv 14, 10). Gesù vuole far comprendere che stare con Lui è stare col Padre, è entrare nel flusso di vita della Trinità. L’ avverbio di luogo “in” esprime una inabitazione. Non più io e te, ma io in te e tu in me: “tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi” (Gv 17,21); “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto”.(Gv 15,7); “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”. (Gv 6,56)
Si tratta di un vero tornare a casa nello spazio di Dio dove si è accolti e s’impara ad accogliere. È lo spazio dell’ Amore vero che ci mette al posto giusto guardati da Dio, operatori con Lui a servizio di fratelli e sorelle, come sua concreta espressione.