Mi chiedo cosa può significare oggi un augurio del genere. E poi se quando lo si fa si pensa cosa si dice. E infine come l’altro capisce quel che gli viene augurato.
Il fatto è che nell’immaginario collettivo gli auguri vogliono dire un momento felice; e chi li fa intende proprio questo e chi li riceve pensa almeno che possa andar meglio di com’è.
Ora il pensiero torna ai tempi passati quando ti potevi permettere qualcosa di veramente straordinario senza per niente nuocere al bilancio familiare; e poi ci si radunava tutti insieme come una rimpatriata. E allora l’augurio faceva proprio centro.
Da non dimenticare poi la smania di fare il giro dei presepi più belli e rinomati e quindi oltre che in piccolo a casa e un po’ più grande in chiesa, ci si allargava anche a quelli monumentali.
Allora si sentiva una vera emozione e la differenza dagli altri giorni si vedeva e si toccava con mano. E nasce la nostalgia!
Ma è possibile che tutto sia finito? O esiste un Natale dove l’emozione lascia il posto alla gioia e alla pace? Chissà come poterle assaporare!
Papa Francesco ha dato alcuni suggerimenti:
posso telefonare a quella persona sola,
visitare quell’anziano o quel malato,
fare qualcosa per servire un povero, un bisognoso.
forse ho un perdono da chiedere o un perdono da dare,
una situazione da chiarire,
un debito da saldare,
la preghiera trascurata, riattivata;
accostarmi al perdono del Signore, dopo tanto tempo.
dip