Proviamo a chiederci: perché Maria ha tanta fretta? In genere la si collega con il bisogno di Elisabetta. Anche.
Ma c’è qualcosa di più.
In Maria accade un evento che non è comprensibile per nessuno, né per Giuseppe a cui si sta legando e né per la gente che la conosce.
Ella si sente spinta ad andare da Elisabetta, sua cugina, della cui gravidanza è venuta a conoscenza nel momento di ricevere il grande annuncio. Può aver pensato ad una visita ben augurante che risulta gradita in momenti del genere e tanto più se sono prolungati. Diventano un vero sostegno sia umano che psicologico.
Ed è questo incontro che da solo merita un viaggio dai molti rischi.
Basta un saluto tipico dell’ebreo a far sussultare, cioè sobbalzare per vere contrazioni muscolari, il bambino nel grembo di Elisabetta che mette in evidenza il suo compito che è quello di riconoscere il Messia. Non lo vede ancora ma già ne percepisce la presenza.
E se lo stile di Maria è quello di riflettere sulle cose che accadono, collegandole e le confrontandole così da comprenderne il significato, e non è di certo quello di raccontare ciò che le succede, lo Spirito santo, che la copre con la sua ombra, suscita invece un’esclamazione che in Elisabetta diventa un grido. Ella scopre il segreto di Maria e, per la prima volta, e come persona unica, la dichiara “benedetta”.
Giovanni spinge la madre con i suoi calcetti a fare attenzione allo Spirito che le rivela il mistero del Verbo che si fa carne, frutto benedetto nel grembo di Maria.
In quella casa accade un fatto mai capitato, che segna la storia per sempre per la presenza di Dio fra gli uomini. Una presenza di gioia come fa capire quel sussulto nel grembo di Elisabetta.
E così l’evento che le sta accadendo, trasforma Maria da “benedetta” a “beata”. Se infatti è benedetta fra le donne, è beata nella sfera di Dio. Ella per la sua risposta a Dio “avvenga per me secondo la tua Parola” (Lc 1,38) si ritrova immersa nel mistero che lega cielo e terra; d’ora in poi infatti Dio non può più fare a meno della sua creatura unita alla natura divina del suo Figlio.
E allora se una grotta vede venire alla luce il Figlio di Dio e se una casa ospiterà coloro che vengono dall’oriente ad adorarlo, allora possiamo vedere in nella casa di Zaccaria il bozzetto che anticipa questo evento che cambierà la storia.
Il rapporto vero tra queste due donne gratificate da Dio e a Lui riconoscenti, dicono quanto sia rivelatrice di Dio una relazione tra persone che con un semplice saluto,shalom-pace-benedizione-riposo-gloria-ricchezza-salvezza-vita, fatto col cuore e non pro forma, se lo donano e lo trasmettono a tutti.
Ed diviene importante l’atteggiamento di Elisabetta che si lascia guidare dallo Spirito Santo e, forte del suo Amore, si fa strumento per far entrare anche altri in relazione con Gesù.
Perché non esserlo anche noi?