20.04.2014 – Domenica di Pasqua: Perle di Risurrezione!

20.04.2014 – Domenica di Pasqua: Perle di Risurrezione!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

1.      Per capire di più ripartiamo da Giuda.

«Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?» (Mt 26,15).

Dal seguito della storia sappiamo che a Giuda, in fondo, non interessava il denaro che avrebbe guadagnato dalla vendita dell’amore, il cui prezzo è incalcolabile. In realtà, questo discepolo tormentato aveva un tremendo bisogno di liberarsi dal richiamo alle esigenze di un amore vero e puro che la sola presenza del Signore continuamente ricordava al suo cuore. Giuda si rivela, l’apostolo che non fu capace di diventare «discepolo» (Is 50,4)!

2.      Ascoltare i silenzi di Gesù

Va imitato l’atteggiamento del discepolo amato e cercare in tutti i modi di sintonizzarci con il battito del cuore di Cristo. Impareremo come sia possibile continuare ad amare anche quando si è traditi.

3.      Cercare il crocifisso per trovare il risorto.

“So che cercate Gesù, il crocifisso. Ma non è qui” (Mt 28,5.6). Cercare  i “crocifissi”, i poveri, per vedere il risorto.

Papa Francesco afferma:

Qualsiasi comunità della Chiesa, nella misura in cui pretenda di stare tranquilla senza occuparsi creativamente e cooperare con efficacia affinché i poveri vivano con dignità e per l’inclusione di tutti, correrà anche il rischio della dissoluzione, benché parli di temi sociali o critichi i governi. Facilmente finirà per essere som-mersa dalla mondanità spirituale, dissimulata con pratiche religiose, con riunioni infeconde o con discorsi vuoti. (Ev. Gaudium 207)

4.      Costretti a tornare al «sepolcro» (Gv 20,1)

Quando sembrerebbe più logico ripartire da altrove o, comunque, continuare a vivere rassegnandosi a quello che è stato, la sfida della fede e dell’amore ci fanno ripartire dallo stesso luogo ove la speranza è stata sepolta, e lo fanno per evitare che sia sepolto anche l’amore.

Questo desiderio spinge Maria di Magdala a ritornare, non appena possibile, a motivo del riposo sabbatico, non sul «luogo del delitto» come scriverebbe un autore di gialli, ma sul “luogo dell’amore” più totale e assoluto perché il più fragile e il più disarmato. Giovanni sottolinea che «era ancora buio», eppure nessuna tenebra può impedire di vedere come «la pietra era stata tolta dal sepolcro». La stessa pietra che aveva sigillato per sempre la vita del Signore, è ciò che rimette tutto in moto, obbligando non solo a camminare, bensì a correre.

5.    I germogli di risurrezione.

La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. È una forza senza uguali.

È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. In un campo spianato torna ad apparire la vita, ostinata e invincibile. Ci saranno molte cose brutte, tuttavia il bene tende sempre a ritornare a sbocciare ed a diffondersi. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia. I valori tendono sempre a riapparire in nuove forme, e di fatto l’essere umano è rinato molte volte da situazioni che sembravano irreversibili. Questa è la forza della risurrezione e ogni evangelizzatore è uno strumento di tale dinamismo. (Evangelii Gaudium, n 276)

6.    Gesù è vivo!

La fede significa anche credere in Lui, credere che veramente ci ama, che è vivo, che è capace di intervenire misteriosamente, che non ci abbandona, che trae il bene dal male con la sua potenza e con la sua infinita creatività. Significa credere che Egli avanza vittorioso nella storia insieme con «quelli che stanno con lui … i chiamati, gli eletti, i fedeli» (Ap 17,14). Crediamo al Vangelo che dice che il Regno di Dio è già presente nel mondo, e si sta sviluppando qui e là, in diversi modi: come il piccolo seme che può arrivare a trasformarsi in una grande pianta (cfr Mt 13,31-32), come una manciata di lievito, che fermenta una grande massa (cfr Mt 13,33) e come il buon seme che cresce in mezzo alla zizzania (cfr Mt 13,24-30), e ci può sempre sorprendere in modo gradito. È presente, viene di nuovo, combatte per fiorire nuovamente. La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di questo mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano. Non rimaniamo al margine di questo cammino della speranza viva! (Evangelii Gaudium, n 278)

Gli auguri più belli.

Io auguro a noi occhi di Pasqua capaci di guardare nella morte fino alla vita, nella colpa fino al perdono, nella divisione fino all’unità, nella piaga fino allo splendore, nell’uomo fino a Dio, in Dio fino all’uomo, nell’io fino al tu. (Klaus Hemmerle)

Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via. Auguri. La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione. (Don  Tonino Bello)

 

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