1. Il fatto
Presero Gesù sulla barca. Nella letteratura antica, indica una comunità. Qui può ben rappresentare, per Marco, la comunità cristiana che, al termine della giornata, cioè alla fine della vita terrena di Gesù, è invitata dal Maestro a dirigersi verso “l’altra riva”, ad andare, cioè, verso le nazioni pagane.
Ma, durante il tragitto, ecco una tempesta che tenta di bloccare il viaggio, mettendo in pericolo la stessa vita di coloro che sono a bordo. Si annota la presenza di altre barche per indicare che, al tempo di Marco, erano molte le comunità cristiane coinvolte nell’avventurosa traversata, al seguito degli apostoli.
Il tutto accade nella notte che nella bibbia ha sempre una connotazione negativa. Proprio quando il buio e le forze del male e della morte sembrano dominare incontrastate, Dio è solito intervenire per far esplodere la vita.
Gesù è a poppa, nel posto del timoniere, e dorme. “Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?” (Mc 4,38).
Ora il sonno nella Bibbia, è spesso impiegato per indicare la morte (Gb 14,12; Sir 46,19). Anche Gesù lo riprende in senso figurato: “La fanciulla non è morta, ma dorme” (Mc 5,39-40). Lo stesso cuscino è chiamato con un termine che indica anche il guanciale posto sotto la testa di un defunto. Il sonno di Gesù si riferisce, allora, alla sua morte e si capisce anche il valore spirituale di tutta la scena.
2. Il senso per tutti
Possiamo ora cogliere il senso del fatto che vale per tutti i tempi: il Maestro conclude la sua giornata in questo mondo e accompagna i suoi discepoli, ma non interviene direttamente nella storia, dà la sensazione che voglia lasciare che tutto si svolga come se egli non fosse presente. Tanto che i cristiani si possono chiedere: “Dov’è Dio? Dov’è Cristo? Perché non manifesta il suo potere?”.
Ma Lui è un Dio diverso da quello immaginato che si dovrebbe alleare con chi subisce l’ingiustizia per sconfiggere e umiliare chi la commette.
Invece è un Dio che lascia fare, permette che le invidie, le rivalità, le menzogne, le ingiustizie si scatenino e che gli avvenimenti abbiano il loro corso. Poi, quando il male sembra aver detto l’ultima parola, egli scopre le carte e mostra che ha vinto lui. Noi lo vorremmo trascinare nelle nostre angosce, egli ci risponde introducendoci nella sua pace.
E Gesù fa un delicato rimprovero: Perché avete paura? Non avete ancora fede? Chi ha fede vive in costante dialogo con Gesù e con la sua Parola, non lo chiama solo quando le cose vanno male. Anche gli apostoli hanno pensato di dover contare unicamente sulle loro capacità, senza rendersi conto che Gesù era accanto a loro, sempre, come aveva promesso (cf. Mt 28,20). Era con loro, ma in un modo diverso, perché si era addormentato… nel sonno della morte.
3. Il significato per te
Anche per te tutto accade dentro una tempesta. Tu gridi: dove sei, Gesù? Ma Egli dorme. Ma è un sonno beato!
È il momento in cui stai facendo l’esperienza vera di Lui, vivi insieme con Lui la durezza degli eventi e il fallimento delle belle aspettative. E ti sembra come morire!
Anche la pandemia ci ha condotti dentro tanti tipi di delusione e anche di illusione come se fosse facile e alla nostra portata, costruire un mondo nuovo, se non anche realizzare il Regno di Dio.
Arriva l’interruzione e non si sa più come andare avanti. Qui infatti non si dice che la barca giunge alla riva ma che Gesù “si destò, e minacciò il vento e disse al mare: ‘taci, calmati!’”(Mc, 4,39).
Mentre si vede la morte in faccia e ci sembra la fine, ci si accorge che, per Gesù, non è morte ma un semplice sonno da cui ci si risveglia e si vive di nuovo. Tutto per Lui, perché c’è Lui!
Provo a dire: questo lo faccio per Te, Gesù! e nel momento in cui non comprendo: cosa vuoi dirmi, Gesù, con ciò che sta o mi sta accadendo?
Sono le domande della fede nella normalità della vita.