21.02.2016 – 2^ Quaresima: L’importanza della preghiera
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Mentre Gesù pregava (Lc 9,29).
Gesù è solito dedicare molto tempo alla preghiera. Non sapeva fin dall’inizio come si sarebbe svolta la sua vita, non conosceva il destino che lo attendeva, lo venne scoprendo gradualmente, attra-verso le illuminazioni che riceveva durante la preghiera.
E’ in uno di questi momenti spiritual-mente intensi che Gesù si rende conto che è chiamato a salvare gli uomini non mediante il trionfo, ma attraverso la sconfitta.
A metà del suo Vangelo, Luca comincia a rilevare i primi segnali dell’insuccesso: le folle, prima entusiaste, abbandonano Gesù, qualcuno lo prende per un esaltato e un sovversivo, i suoi nemici tramano per ucciderlo. E’ comprensibile che egli allora si interroghi sul cammino che il Padre vuole che percorra. Per questo “va sul monte a pregare”.
La vista.
L’esperienza della Trasfigurazione, essendo tutta intrisa di luce, coinvolge in modo molto intenso la vista. Le vesti di Gesù si vedono in modo diverso.
I tre apostoli vedono Mosè ed Elia, vedono il volto luminoso di Gesù. La vista è talmente assorbita da dover chiudere gli occhi. Il legame tra la luce e gli occhi è strettissimo.
Durante la preghiera, il volto di Gesù cambia d’aspetto (v.29); questo splendore è il segno della gloria che avvolge chi è unito a Dio. Anche il volto di Mosè diveniva brillante quando egli entrava in dialogo con il Signore (Es 34,29-35). Ogni autentico incontro con Dio lascia qualche traccia visibile sul volto dell’uomo. Dopo una celebrazione della Parola vissuta intensamente, tutti torniamo alle nostre case più felici, più sereni, più buoni, più sorridenti, più disposti ad essere tolleranti, comprensivi, generosi e anche i nostri volti sono più distesi e sembrano rifulgere di luce.
La luce sul volto di Gesù indica che, durante la preghiera, egli ha compreso e fatto suo il progetto del Padre; ha capito che il suo sacrificio non si sarebbe concluso con la sconfitta, ma nella gloria della risurrezione.
Gesù è il Figlio di Dio Crocifisso – Risorto! È infatti vero Figlio nel momento in cui fa la volontà del Padre: salvare l’uomo! E come? Scendendo al piano dell’uomo, quello vero, entrando nel suo dolore fino alla morte, facendolo proprio e con ciò liberando l’umanità.
Ci voleva un Amore così per vincere il non amore. Gesù scende dunque come Figlio perché tutti potessero ritrovare la vera matrice, la vera identità di figli e fratelli.
Tutto accade nella preghiera che non è dire le preghiere ma un parlare vero e intimo con Dio che rivela Gesù, lo fa conoscere per quello che è.
Come fare per non lasciarsi rubare la preghiera?
1. Crederci, non considerarla inutile!
2. Inserirla nella vita come parte determinante.
3. Lasciarsi amare dal Padre.
4. Fidarsi di Dio che fa luce sul dolore insegnando a viverlo per amore.
Una vita senza preghiera è una vita senz’anima.
Ma è sempre possibile perché è Dio che vuole incontrarci uno ad uno e far esperienza con noi.
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