21.06.2015 – 12^ Tempo Ordinario: Gettare nel Padre ogni preoccupazione
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,È importante avere fede nell’amore di Dio, essere coscienti che non siamo soli, non siamo orfani perché c’è un Padre sopra di noi che ci ama.
Una delle applicazioni di questa fede si ha quando qualche pensiero ci preoccupa, ci mette in agitazione. Sono, alle volte, paure del futuro, preoccupazioni per la salute, allarmi per supposti pericoli, trepidazioni per i propri parenti, apprensione per un certo lavoro, incertezze sul come comportarsi, spaventi per notizie negative, timori di vario genere…
Ebbene, in questi momenti di sospensione Dio vuole che noi crediamo al suo amore e ci domanda un atto di fiducia: se siamo veramente cristiani, vuole che approfittiamo di queste circostanze penose per dimostrargli che crediamo al suo amore. E ciò significa: aver fede che lui ci è Padre e pensa a noi. Gettare in lui ogni nostra preoccupazione. Caricarla su di lui.
Dice la Scrittura: “E ogni vostra ansietà gettate su di lui perché egli ha cura di voi” (1 Pt 5, 7). (…) Il fatto è che Dio è Padre e vuole la felicità dei suoi figli. Per questo si fa carico lui di tutti i loro pesi.
Inoltre, Dio è Amore e vuole che i suoi figli siano amore.
Ora tutte queste preoccupazioni, ansietà, paure, bloccano la nostra anima, la fanno chiudere su se stessa e impediscono che si apra a Dio col fare la sua volontà e al prossimo col farci uno con lui per amarlo come si deve.
Quando si cammina nella via dell’amore, il “gettare ogni preoccupazione nel Padre” è affare continuo. E questo perché si esce da un modo di vivere puramente umano per entrare in un modo di vivere soprannaturale, divino. E le preoccupazioni sono inciampi all’amore.
Tratto da: C. Lubich, Cercando le cose di lassù, Roma 1992, p. 26-29
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