20.09.2020 – 25^ Tempo Ordinario: Sei invidioso perché io sono buono? (Mt 20,15)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,La logica di Dio sovverte i criteri del mondo. La legge del Regno che Gesù ci annuncia, sembra avere come caratteristica il paradosso, l’imprevedibile. Mentre il mondo privilegia i forti, Dio sceglie i deboli, Dio ritiene degno di stima e sceglie chi è disprezzato. Dio fa più festa per il peccatore che si converte, che per il giusto, al sicuro nel suo onorato recinto.
La parabola del vangelo odierno dei lavoratori chiamati a diverse ore del giorno a lavorare nella vigna, fa capire quali sono i criteri del Regno, che Gesù va annunciando e mostra la distanza tra i criteri di Dio e quelli dell’uomo. La considerazione più immediata parte dal fatto che il padrone dà a tutti gli operai la stessa paga, anche agli ultimi. Non è giusto,dicono gli operai della prima ora. E certamente questa può essere una reazione di noi lettori. Una sola ora di lavoro non merita la stessa paga di un’intera giornata.
Ad un esame attento il testo offre molteplici possibilità di interpretazioni. Si può prestare attenzione alla chiamata: Dio chiama a tutte le ore, quando e come crede. Si può sottolineare il giudizio di Dio “molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. Oppure ci si può soffermare anche sulla proclamazione della misericordia di Dio, la proclamazione della sua grazia: Dio dona il suo Regno non in base a meriti, ma per grazia. Oppure può sorprendere il trattamento, che rende tutti uguali.
Di fronte a questa pagina proviamo a chiederci: ma io sono felice di essere cristiano? Certo, se qualche volta pensassimo che nella nostra vita stiamo lavorando con e per Dio, lavorando perché il suo Regno cresca, che stiamo lavorando nella sua vigna… allora la nostra vita potrebbe avere un significato più pieno. E questo non per merito, ma per grazia.