22.11.2015 – 34^ Tempo Ordinario: Misericordia: non giudicate per non essere giudicati

22.11.2015 – 34^ Tempo Ordinario: Misericordia: non giudicate per non essere giudicati

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,

Ma cosa significa concretamente questa frase? Posso non vedere i difetti degli altri? Posso evitare questo istinto di antipatia che mi viene spontaneo, o dire che qualcuno fa del bene, se invece agisce male? E non sarebbe poi, fra l’altro, una ipocrisia, una mancanza di verità?

In realtà altro è vedere i difetti, altro è guardarli o cercarli, una cosa è ciò che nasce spontaneamente nell’anima, e un’altra cosa è giudicare volontariamente, o addirittura parlare, dichiarare ad altri il giudizio negativo su di una persona.

E quanto al resto, si potrebbe almeno dire che non c’è nessuno completamente buono e nessuno completamente cattivo.

Ciò che c’è di bene in un uomo viene da Dio; ciò che è male viene dal Maligno. E allora di tutti posso parlar bene o parlar male, o dire forse cose vere: ma devo scegliere se è meglio dar gloria a Dio o al Maligno. E la scelta è ovvia.

Diceva Papa san Giovanni XXIII:

«Sono libero di giudicare, ma debbo guardarmi dalla critica, anche lieve e sorridente, che può ferire la loro suscettibilità. Oh, questo non fare mai, né dire agli altri quanto non vorremmo fosse fatto o detto a noi!».

E san Giovanni Crisostomo afferma:

«Se non ti è possibile scusare l’azione, scusa almeno l’intenzione: supponi o che egli non abbia mai saputo, o che sia stato ingannato, o abbia sbagliato per caso. Se poi la colpa è così certa che esclude ogni dubbio… anche allora studiati di scusare il colpevole, dicendo a te stesso: la tentazione è stata troppo violenta. Chissà quale scempio avrebbe fatto di me, se mi avesse assalito con la stessa violenza!».

Se però credessimo alle parole di Gesù, noi potremmo, in certo modo, condizionarlo decisamente e sapere, già fin d’ora, quello che ci succederà. Egli ha detto: «Con la misura con la quale misurate sarete misurati» (Mt 7, 2) e «Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» (Mt 5, 7).

Il nostro comportamento verso il prossimo è come un bumerang che va e torna, ripercuotendosi su di noi.

* Va un giudizio severo? Torna un giudizio severo.

* Va la misericordia? Torna la misericordia.

* Misuriamo il prossimo attenuando le sue responsabilità? Saranno attenuate le nostre.

* Misuriamo, cercando di cogliere       l’aspetto buono della questione, scusando, non ergendoci comunque noi a giudici, nemmeno dei casi più palesi, ma lasciando ogni verdetto a Dio? Così farà Dio con noi.