“il mio regno non è di questo mondo” (Gv 18,36) .

È un vero “regno”, cioè una realtà di vita che sa anch’essa dominare, rendere ragione di se stessa, creare mentalità.

Un regno tuttavia che si manifesta in questo mondo ma che ha radici altrove.

Esse sono dall’eternità e si rivelano, crescendo, nel mistero della creazione e nell’ervento uomo e hanno compimento nella venuta di Gesù.

Cosa rivelano allora queste radici?

Esse, come tali, producono frutti dal loro essere nascoste, nel buio. È la legge dell’essere, di ogni essere che è chiamato a rivelarsi nel dono di sé.

È un regno che non vanta potere se non quello del servizio. E chi serve non ha potere se non quello di amare.

Così Gesù svela la verità su di sé e sull’uomo, che, come Lui, è fatto per amare, per il servizio dell’amore e solo, quando ama è se stesso. Se non ama guarda se stesso e la sua riuscita e si costruisce il proprio regno; e, se è cristiano, costruisce una chiesa come la vede lui.

Ma essa sarà nel mondo quando non apparirà il suo splendore ma splenderà la sua bellezza di serva dell’amore.

In sintesi: il Regno è progettato dal Padre, viene presentato da Gesù, e realizzato dallo Spirito Santo. Questa è la verità e chi è dalla verità comprende che ha un Padre che lo ha pensato e voluto, e quindi amato, un fratello, Gesù, che apre il progetto su ciascuno e tutti insieme, un amico, lo Spirito Santo che ne svela i dettagli a ciascuno e a tutti messi insieme dall’amore reciproco e verso tutti.