22.12.2013 – 4^ Avvento / A: NON TEMETE!

22.12.2013 – 4^ Avvento / A: NON TEMETE!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,

“Non temete, perché vi annuncio una buona notizia, una grande gioia per tutto il popolo: oggi è nato un Salvatore,
nella città di Davide, egli è il Messia, il Signore” (Lc 2,10)

L’angelo, messaggero di Dio, esorta a non temere.
La paura non è in Dio, altrimenti non avrebbe mandato suo figlio, Gesù, in mezzo a noi.
Che le donne e gli uomini che sono stati delusi da una Chiesa troppo autoritaria, troppo distante, possano tornare continuamente alla sorgente dell’incontro di Dio con l’umanità, incontro liberamente consentito dove è data la pace del cuore.

BUON NATALE

Secondo il Vangelo di Luca, Gesù è nato in una stalla. Il luogo dove viene deposto alla sua nascita è indicato col termine “mangiatoia”, che in latino si dice cripia, da cui deriva la parola «greppia». È San Francesco a creare, nel 1223, uno dei primi presepi viventi usando personaggi reali, a Greccio, in una grotta della regione dove i frati minori, i francescani, avevano eretto un eremo. Ecco come lo descrive Tommaso da Celano, Vita prima di san Francesco d’Assisi, n. 469

«“Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il bambino nato a Betlemme e, in qualche modo, vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”… Per l’occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti…

Arriva alla fine Francesco, vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme… La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi».

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