23.03.2025 – 3^ di Quaresima: ANCHE IL DESERTO FIORIRÀ (Lc 13,1-9) 

23.03.2025 – 3^ di Quaresima: ANCHE IL DESERTO FIORIRÀ (Lc 13,1-9)

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Ci vuole la sapienza e la saggezza di un contadino che ben conosce la sua terra a convincere Gesù. Egli è ben consapevole che con una cura particolare è possibile che l’albero riprenda a dare il suo frutto. E così ingaggia la lotta contro svogliatezza e indolenza, generate dalla pigrizia, origine ogni sorta di trascuratezza.
S. Caterina definisce così il pigro:
“Assai è tristo colui che potendo avere il foco, si lassa morire di freddo; avendo il cibo innanzi, si lassa morire di fame” (Lettere).
“Ricalca il tipico comportamento dello svogliato, insofferente a ogni impegno, nemico della fatica …
o anche in altro modo uno che si agita, inizia cento cose, non disdegna i contatti umani, progetta continuamente piani e lavori, ma, in definitiva, non conclude mai niente …
Il contadino esprime come aiutare il pigro che ha bisogno anche lui dell’esperienza di essere desiderato, di essere importante, avendo qualcosa da dare, e deve sentire che gli altri (Dio e le altre persone) credono in lui … deve amare e, al tempo stesso essere amato” (ib. Ionata, il fico sterile).
È far la verità ma avvolgendo con le mille attenzione tra le quali c’è il non far pesare ciò che manca ma aiutando a tirar fuori ciò che c’è in ogni cuore. Anche il concime, segno di produzione da parte di una vita sbagliata e svogliata, serve a dare nuovo vigore a ciò che sembra inaridito.
E qui s’innesta l’arte della pazienza che permea tutta la natura:
“Il famoso fiume Colorado ha impiegato migliaia di secoli per scavare la sua maestosa opera, il Grand Canyon. Ci sono voluti milioni di anni perché le belle dolomiti … si formassero” (Ib).

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