06.09.2015 – 23^ Tempo Ordinario: San Nicola severo con se stesso, ma clemente con gli altri
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,Nacque nel 1245 a Castel Sant’Angelo in Pontano nella diocesi di Fermo. A 14 anni entrò fra gli eremitani di sant’Agostino di Castel Sant’Angelo come oblato, cioè ancora senza obblighi e voti.
Più tardi entrò nell’ordine e nel 1274 venne ordinato sacerdote a Cingoli.
La comunità agostiniana di Tolentino diventò la sua «casa madre» e suo campo di lavoro il territorio marchigiano con i vari conventi dell’Ordine, che lo accoglievano nell’itinerario di predicatore.
Dedicava buona parte della sua giornata a lunghe preghiere e digiuni. Un asceta che diffondeva sorriso, un penitente che metteva allegria. Lo sentivano predicare, lo ascoltavano in confessione o negli incontri occasionali, ed era sempre così: veniva da otto-dieci ore di preghiera, dal digiuno a pane e acqua, ma aveva parole che spargevano sorriso.
Molti venivano da lontano a confessargli ogni sorta di misfatti, e andavano via arricchiti dalla sua fiducia gioiosa. Sempre accompagnato da voci di miracoli, nel 1275 si stabilì a Tolentino
“Ogni qualvolta che mi ero confessata da P. Nicola ed avevo ricevuta la sua benedizione – attestava la Nina nel 1325 – tornavo a casa così consolata che mi sembrava di aver acquistata l’agilità di un uccello. Era comunemente tenuto per un Santo, ed era veramente tale, perché ha operato molti miracoli durante la sua vita e dopo la sua morte.
A proposito ecco quanto mi capitò il giovedì santo del 1305. Avevo io commesso un enorme peccato, noto soltanto a Dio e a me, che ne avevo grande rimorso.
Andai alla Chiesa di S. Agostino col fermo proposito di confessarmi dal P. Nicola. Entrai nella Sacrestia e feci richiesta di lui che venisse a confessarmi. Fra Simone rispose seccato: “Se veramente vuoi confessarti, puoi farlo con un altro Padre, perché il P. Nicola sta male”. “Aspetterò finché potrò confessarmi da lui, oppure tornerò un’altra volta”.
Dette queste parole ecco che, senz’essere stato chiamato, comparve il P. Nicola appoggiato al suo bastone. Ci dirigemmo al confessionale. Prima che io aprissi bocca egli mi disse: “Figlia mia, tu ti vergogni di confessare il peccato che hai commesso… Non ti vergognare. Tu hai commesso il tal peccato…” e me lo specificò con tutte le circostanze… Soltanto Dio glielo aveva potuto rivelare. Ciò – conclude la Nina – avvenne nell’anno della sua morte, nel mese di aprile, nella ricorrenza del giovedì santo “.
Lascia una risposta