Cosa c’è di più facile del salutarsi?
In fondo, si tratta di un gesto quotidiano, quasi banale, che tutti compiamo ogni giorno, nei confronti dei nostri cari la mattina, per strada, al lavoro. Salutarsi è estremamente semplice.
E ripetiamo lo stesso gesto fino all’ultimo, fino alla morte (se pensiamo al funerale dei nostri cari, non si tratta d’altro che di un estremo saluto)
Ma cos’è veramente il saluto?
Nell’ebraico è Shalom, alla lettera si legge: “Anticipa nella pace”. Anticipa gli altri nel salutare, dunque.
È il momento in cui ognuno dà quello che ha e, se pace non ha, esprime parole di convenienza. Il saluto può diventare anche un atto commerciale per non perdere i clienti.
Qui Maria saluta con la stessa carica con cui è stata salutata al momento dell’annuncio che ha capovolto la sua vita con tutte le sue aspettative.
È il saluto che dice più di ogni parola. Anzi è la Parola che sta sviluppando nel suo seno, a farsi sentire attraverso un semplice saluto.
In realtà quel saluto scatena l’inverosimile: la gioia di un bambino, Giovanni, che deve ancora nascere e
la beatitudine di una madre, Maria, che “ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto” (Lc 1,45).
Gioia e beatitudine si fondono nel canto del magnificat che dice tutta l’azione di Dio a favore dell’umanità.
Maria esprime tutto in un saluto anche perché, quando si vive il Vangelo, tutto è detto attraverso i molteplici gesti che vanno in onda come espressione dell’amore.
Anche noi posiamo essere certi che nulla di ciò che facciamo passa inosservato e che tutto contribuisce all’annuncio della presenza di Gesù nella nostra vita.
Quando Gesù vive in una persona, essa è in grado di prenderne o di assumerne gli stessi atteggiamenti e la stessa impronta.
Esiste il detto: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei! È proprio vero che a forza di frequentare Gesù, si finisce col vivere come Lui vive. E come in Maria, inizia una vita nuova dove non siamo più noi a vivere ma è Gesù che vive in noi.
E chi incrocia la nostra strada, come allora Elisabetta, prima o poi se ne rende conto.
Non c’è bisogno di sbandierarlo.
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