23.02.2014 – 7^ Domenica del Tempo Ordinario: Riguadagnare terreno!
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Oggi è davanti a noi il malvagio al quale “non opporsi” e il nemico che va amato.
Gesù ce lo dice perché la legge della vita è l’amore e quindi la volontà di Dio è volontà di amore.
Ci viene chiesto di riguadagnare terreno. La malvagità e l’inimicizia fanno perdere terreno – tempo, corpo e anima – all’umanità.
Chi le fermerà? Solamente tutta quella bontà e amicizia che, raccolte insieme, possono fare da buon cemento per una realtà più umana e più divina.
E allora tornano ad avere senso e per questo essere compresi bene, gli esempi che fa Gesù:
porgere la guancia: dice la “non violenza” come risposta. Lasciare la tunica e anche il mantello: afferma la “povertà” come scelta rivoluzionaria. Fare due miglia: cioè “fare anche la parte altrui” (dell’altro) come rimedio al vuoto che si creerebbe e quindi al danno per tutti. Amare e pregare: cioè non avere nulla dentro, essere pronti a tutto nei confronti del “nemico” come segno che la corrente può sempre arrivare e poi chiedere l’intervento Dio.
Questo il pensiero di questa mattina: “lo scoglio nel dover amare tutti, nemici compresi, siamo noi stessi! Come non capire che se l’unità non c’è…bisogna che, almeno da una parte, ci sia il desiderio concreto che si ricomponga? Ecco perché Gesù la chiede a noi e non al nemico! A noi perché dovremmo averne compreso il valore e la preziosità. All’inizio Gesù chiede una preghiera per chi perseguita e di non rifiutare il saluto: la prima, la preghiera, svelenisce il cuore e costruisce un ponte, mentre il saluto lascia la porta aperta. Le lamentele non servono a nulla! Gesù ha ricomposto l’unità sulla croce accolta e vissuta per amore e nell’ amore… e anche ora solo chi sa stare in croce come Lui, per amore e continuando ad amare, può lanciare segnali di luce e farsi portatore di vera unità.”.
Dice Papa Francesco (omelia 18.06.13): “La preghiera fa miracoli e ciò vale non solo quando siamo in presenza di nemici; vale anche quando nutriamo qualche antipatia, «qualche piccola inimicizia». E allora bisogna pregare, perché «è come se il Signore venisse con l’olio e preparasse i nostri cuori alla pace…. Pensiamo ai no-stri nemici, a chi non ci vuole bene. Sarebbe bello se offrissimo la messa per loro, se offrissimo il sacrificio di Gesù per loro che non ci amano. E anche per noi, perché il Signore ci insegni questa sag-gezza: tanto difficile ma anche tanto bella e ci rende simili anche al suo Figlio, che nel suo abbassamento si è fatto povero per arricchire noi della sua povertà».
Gesù quindi ci chiede di imitare il Padre che “fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni; fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”. Egli al mattino non dice al sole: “Oggi illumina questi e questi; questi no, lasciali nell’ombra!” Dice: “Illumina tutti”. Dunque l’indicazione di Gesù è di agire come il Padre con «la perfezione dell’amo-re. Pensiamo con quanta tenerezza Gesù stesso riceve Giuda nell’orto degli ulivi», quando tra i discepoli c’è chi pensa alla vendetta!”
Per davvero: di fronte all’ingiustizia, la giustizia non basta: ci vuole una giustizia doppia, che risponda ad un atto violento con uno ancora più forte, capace di scardinare le coscienze e ristabilire l’equilibrio.
Esemplificazione: San Francesco di Sales così rispose a chi senza motivo lo strapazzava: “Potete dire quel che volete, potete fare quel che volete, potete anche cavarmi un occhio, ma vi avverto che in questo caso, me ne rimane un altro per guardarvi con amore”.