24.06.2018 – 12 ^ Tempo Ordinario – San Giovanni Battista: QUALCUNO CI CONOSCE, CI CHIAMA PER NOME E CI PLASMA
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“Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato” (Ger 1,05).
Prima di, sempre prima c’è Qualcuno che “ci conosce”. Dice il salmo 139: “Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie”.
Non sei venuto a caso ma c’è un motivo per cui ci sei; e per qualcosa d’importante! Così come sei! Se sei giovane non dire: ma io come posso competere con chi è più grande di me? Quanti hanno più esperienza di me!
Non avere paura perché chi ti conosce è con te. Il tuo compito è nuovo perché ciò che è vecchio sta cedendo e sta per cadere da solo. Va edificato qualcosa di più attuale, vanno piantati nuovi semi di Parola.
Ci vuole un figlio che possa nascere da un seno detto sterile, un terreno arido che fruttifichi di nuovo. Non c’è sterilità che non possa generare di nuovo né terreno che non possa germinare ancora.
Il Signore ti darà un figlio! È per il Signore che ognuno di noi può esprimere tutta la sua preziosità e fecondità.
È importante:
- Lasciarsi fare da Gesù: non temere le sue Parole che sono come pietre vive della nostra vita.
- Lasciarsi guidare dallo Spirito: in ogni circostanza Egli aiuta a far da Gesù.
- Lasciarsi amare dal Padre: egli pensa a noi, sempre ci precede, in tutto; essere sicuri e non temere.
Messa del Giorno.
“Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome (Is 46,1).
Prima di, sempre prima c’è Qualcuno che “ci chiama … per nome … ci plasma”. È un lavoro unico fatto con tutto l’amore possibile.
“Elisabetta diede alla luce un figlio. «Giovanni (dono di Dio) è il suo nome».” (Lc 1,57.63). Ogni figlio è dono, ogni uomo è dono. Io, tu siamo un dono. Che sarà di me? Che sarà di te? Qual è il mio compito?
È importante il discernimento sulla propria vita per rispondere agli interrogativi. “Discernere, saper capire. E due sono le condizioni perché il discernimento sia giusto e vero.
- Pregare, si fa davanti a Dio, alla presenza del Signore. Saper capire bene quello che succede nel mio cuore, nella mia anima. “Devo fare questo … ma questo non mi lascia tranquillo …; va bene … perché?” – nella preghiera.
- Confrontare, avere un altro con cui confrontare quello che io porto avanti; un testimone vicino, che non parla ma ascolta e poi dà gli orientamenti. Non ti risolve [il problema] ma ti dice: guarda questo, guarda questo, … questa non sembra una buona ispirazione per questo motivo, questa sì… Ma vai avanti tu e decidi tu! Però ti aiuta” (Papa Francesco agli studenti dei collegi romani).
Tre note operative:
- Io sono chiamato per nome. Allora ho solo da rispondere: eccomi, Signore!
- Egli mi ha plasmato. Allora posso scoprire il mio DNA, diverso da quello dell’altro.
- Sono figlio. Allora c’è un Padre che mi ama e mi “ha nascosto all’ombra della sua mano” (Is 49, 2).
La chiamata tuttavia è “racchiusa” nel momento presente della vita. Mentre lo vivo scopro di che stoffa sono, che tipo di figlio sono e, di conseguenza, che tesoro sono nel cuore del Padre.