24.09.2023 – 24^ del Tempo Ordinario: CON-DIVIDERE! Mt 20, 1-16
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Il padrone della vigna non fa che condividere ciò che è e quello che ha. La sua bontà e le sue opere. E questo per dirci: come è possibile considerare esclusivamente proprio ciò che si possiede, quando l’altro è nel bisogno? Non è forse più giusto avere a cuore il necessario per tutti? Diceva san Basilio che il di più è addirittura sottratto a qualcun altro.
Gesù interpreta con chiarezza tale condivisione: “Vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,15). E la sua stessa venuta, espressa da Paolo, la dice lunga: “Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2,6-8). E la sua è una morte per amore, a fondo perduto, e per questo incompreso.
L’amore porta a guardare l’altro negli occhi, dove si possono vedere le sue reali necessità, il suo disagio, la sua apprensione, il suo pianto. È l’attenzione all’altro che muove tutto di noi, mente, mani, piedi e soprattutto cuore. È l’avere a che fare con fratelli e sorelle – e non antagonisti – che si prendono certi atteggiamenti e certe decisioni.
Scrive Lucia Capuzzi In avvenire del 19.09.2023: “I lampedusani, ci hanno indicato, letteralmente, una via d’uscita. Pescatori e gente comune hanno scelto di guardare negli occhi i migranti che si sono trovati di fronte e che sempre hanno contribuito a salvare: il giovane nigeriano a cui una famiglia ha donato la maglietta del nipote, il ragazzino tunisino invitato la domenica a pranzo, la donna incinta che hanno accompagnato dal medico.
Forse, chi vive in un’isola impara a proprie spese che «nessun uomo è un’isola». Fatto sta che in questi anni, Lampedusa è stata una barca di salvataggio nel grande mare della paura e della miopia globale”.
E noi quando capiremo che Egli viene per noi? Scende, apre la sua vita che diventa la meta verso la quale possiamo andare con coraggio e con estrema fiducia?
Addirittura egli assicura: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi” (Gv 14,1-3).
Questo è il pensiero di Dio: una vita insieme con Lui per la gioia di tutti i suoi figli!
Come concludere:
✓ C’è uno scritto sapienziale che suona così: “Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi” (Qo 4,9.10).
✓ E c’è un cammino da fare insieme, chiamato Sinodo. È il cammino della Chiesa nel terzo millennio. Per questo papa Francesco vi insiste e il 4 ottobre inaugura il “sinodo sulla sinodalità”. E anche noi nel nostro piccolo, tentiamo a farlo ogni prima domenica del mese, per ora dalle 18 alle 19,30 con cena conviviale all’oratorio a Villa. È un momento aperto a tutti perché ognuno ha diritto di esprimere ciò che pensa anche della chiesa. Perché d’ora in poi se va bene è merito di tutti, se va male la colpa ricade su tutti. È il momento di un ascolto profondo e di un parlare coraggioso alla luce di ciò che Gesù ha promesso: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future” (Gv 16,13)
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