25.04.2021 – 4^ Domenica di Pasqua: Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me (Gv 10,14)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,La liturgia, in questa quarta domenica di Pasqua, ci invita a riflettere su due modalità di vivere il rapporto con l’altro; invita ad operare una scelta: chi vogliamo cioè seguire. Gesù ci viene descritto con due immagini: la porta dell’ovile (10,7-10) e il buon pastore (10,11-18). La liturgia odierna propone di fermarci sulla seconda. L’evangelista ci dice che il pastore autentico si riconosce per la cura del gregge, espressa nel testo da una relazione di reciprocità, una relazione intima tra Gesù e i suoi. Ogni pecora ha un nome e risponde immediatamente alla voce del pastore, perché lo conosce.
Dare la vita ed entrare in una relazione personale, attenta con il fratello, è il carattere distintivo di Gesù e di tutti i discepoli di Gesù che, avendo sperimentato la sua cura, vengono inviati come pastori. Gesù conosce i suoi e i suoi lo conoscono. Così come egli conosce il Padre ed è da Lui conosciuto. Il donare la vita ritrova senso in questa conoscenza, scaturisce dalla relazione con il Padre e con i suoi. Allora capiamo che la meta del cammino credente consiste nel giungere alla conoscenza di Dio, ad un rapporto di intimità, verità, amicizia, di benevolenza e amore.
L’evangelista Giovanni dice che si tratta di un rapporto che cresce. Le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome (v 3); le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce (v 4); Gesù dice “conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me” (v 11). Conoscere significa innanzitutto conoscere il nome: non ci conosce a distanza, ma cammina insieme, creando spazi dove ognuno diventa se stesso. E il conoscere arriva fino al dono della vita: Gesù offre tutto se stesso gratuitamente e il rapporto con Lui porta anche noi a prenderci cura dell’altro, come stile di vita, come ha fatto Gesù.