25.06.2023 – 12^ del Tempo Ordinario: Dio non è distante, ma è Padre
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,Nel Vangelo, Gesù chiama per nome e invia i dodici Apostoli. Mandandoli, chiede loro di annunciare una cosa sola: «Predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino» (Mt 10,7). È lo stesso annuncio con cui Gesù ha iniziato la sua predicazione: il regno di Dio, cioè la sua signoria d’amore, si è fatto vicino, viene in mezzo a noi. E questa non è una notizia tra le altre, ma la realtà fondamentale della vita: la vicinanza di Dio, la vicinanza di Gesù.
Infatti, se il Dio dei cieli è vicino, noi non siamo soli in terra e anche nelle difficoltà non perdiamo la fiducia. Ecco la prima cosa da dire alla gente: Dio non è distante, ma è Padre. Dio ti conosce e ti ama; vuole tenerti per mano, anche quando vai per sentieri ripidi e accidentati, anche quando cadi e fai fatica a rialzarti e riprendere il cammino; Lui, il Signore, è lì, con te. Anzi, spesso nei momenti in cui sei più debole puoi sentire più forte la sua presenza. Lui conosce la strada, Lui è con te, Lui è tuo Padre! Lui è mio Padre! Lui è nostro Padre!
Restiamo su questa immagine, perché annunciare Dio vicino è invitare a pensarsi come un bambino, che cammina tenuto per mano dal papà: tutto gli appare diverso. Il mondo, grande e misterioso, diventa, perché il bambino sa di essere protetto. Non ha paura e impara ad aprirsi: incontra altre persone, trova nuovi amici, apprende con gioia cose che non sapeva e poi torna a casa e racconta a tutti quello che ha visto, mentre cresce in lui il desiderio di diventare grande e di fare le cose che ha visto fare dal papà.
Annunciare che Dio è vicino. Ma come farlo?
Nel Vangelo Gesù raccomanda di non dire tante parole, ma di compiere gesti: «Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).
Chiediamoci: noi, che crediamo nel Dio vicino, confidiamo in Lui? Sappiamo guardare avanti con fiducia, come un bambino che sa di essere portato in braccio dal papà? Sappiamo sederci sulle ginocchia del Padre con la preghiera, con l’ascolto della Parola, accostandoci ai Sacramenti? E, infine, stretti a Lui, sappiamo infondere coraggio agli altri, farci vicini a chi soffre ed è solo, a chi è lontano e pure a chi ci è ostile? Questa è la concretezza della fede, è questo che conta.
Papa Francesco, Angelus del 18.06.2023
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