“Regna il tuo Dio” (Is 52, 7).
“In questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1, 2).
“A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1, 12).
Gesù viene per Amore. E l’Amore:
1. “Lascia”, non pensa a sé;
2. “Scende”, si mette al fianco;
3. “Prende su di sé”, si accolla il dolore;
4. “Semina” se stesso su tutti i terreni, donando speranza;
5. “Offre” la propria vita;
6. “Intercede”, parla a Dio dell’altri né prende le difese;
7. “Dona gioia”, anche quando ha tutte le ragioni per essere triste;
8. “Vince” quando è colpito dal non amore;
9. “Rimane” perché nulla va perduto di ciò che si fa per Amore.
L’Amore realizza un cambiamento: non sono più tizio o caio, un essere anonimo, ma con un nome preciso con il quale lo stesso Gesù mi chiama, il nome scritto nell’albo d’oro del Padre che compie la vera fraternità.
Così papa Francesco parla ai discepoli di Don Guanella:
“Questo è il cuore della fede: sapersi figlio sempre amato, di cui il Padre si prende cura, e quindi fratello di tutti, chiamato a infondere fiducia. Dio è padre e non riesce a non amarci. Nemmeno è capace di stare lontano dai suoi figli. Se siamo distanti da Lui, veniamo attesi; quando ci avviciniamo, siamo abbracciati; se cadiamo, ci rialza; se siamo pentiti, ci perdona. E desidera sempre venirci incontro.
Il Padre celeste è molto dispiaciuto, quando vede che i suoi figli non si fidano pienamente di Lui: credono forse a un Dio lontano, più che nel Padre misericordioso.
In tanti può sorgere anche il dubbio che Dio, pur essendo Padre, sia anche padrone. Allora sembra meglio non affidarsi a Lui fino in fondo, perché potrebbe chiedere qualcosa di troppo impegnativo o persino mandare qualche prova. Ma questo è un grande inganno: è l’inganno antico del nemico di Dio e dell’uomo, che camuffa la realtà e traveste il bene da male.
È la prima tentazione: prendere le distanze da Dio, intimoriti dal sospetto che la sua paternità non sia davvero provvidente e buona. Dio è invece soltanto amore, puro amore provvidente. Egli ci ama più di quanto amiamo noi stessi e sa qual è il nostro vero bene. Per questo desidera che nel corso della vita diventiamo quello che siamo dal momento del Battesimo: dei figli amati, che sono in grado di vincere la paura e di non cadere nel lamento, perché il Padre ha cura di noi”.
A Natale accade il vero attentato ad a una vita fondata sull’apparenza, sull’egoismo e sulla menzogna, che ci porta a separarci da Dio e dagli altri per affermare noi stessi, vivendo l’illusione di poter essere felici senza amare, e ad avere la capacità di dire ‘sì’ al Dio che è Amore,
Padre accettando di consegnarsi perdutamente a Lui, che da sempre ci ama e per sempre ci amerà,
Figlio accettando di dipendere con Lui dal Padre, per vivere la nostra vita in obbedienza al disegno di Dio, come ha fatto Lui,
Spirito Santo confessando l’eterna carità come sorgente di unità, di libertà e di pace, da accogliere nel nostro cuore e da vivere nel tempo e per l’eternità.
Una vita svelata da Gesù!
Continua Papa Francesco:
“Il Padre creatore suscita anche la creatività in coloro che vivono come suoi figli. Allora essi imparano a guardare il mondo con occhi nuovi, resi più luminosi dall’amore e dalla speranza. Sono occhi che permettono di guardarsi dentro con verità e di vedere lontano nella carità. A questo sguardo gli altri non appaiono come ostacoli da superare, ma come fratelli e sorelle da accogliere.
Nel mondo non mancano mai i problemi e il nostro tempo conosce purtroppo nuove povertà e tante ingiustizie. Ma la più grande carestia è quella della carità: servono soprattutto persone con occhi rinnovati dall’amore e sguardi che infondano speranza. Perché “l’amore farà trovare modi e discorsi per confortare chi è debole”.
Ogni paura s’infrange non perché il mondo cambia ma perché il nostro cuore è reso capace di cambiare il mondo. Ogni gesto, ogni atto, ogni attenzione, ogni tenerezza, diventa dirompente e capace di scatenare una vera rivoluzione.
Basta iniziare a farlo!
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