25.12.2022 – Natale del Signore: Gloria a Dio nel più alto dei cieli (Lc 2,14)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,Il cammino, scandito dalle varie tappe dell’Avvento, trova la sua meta a Betlemme, dove Dio, attraverso suo Figlio, entra nella storia dell’uomo.
Dio riprende direttamente il dialogo con le sue creature, nella nudità e semplicità di una grotta di un piccolo paese, sconosciuto al mondo. Luca però inserisce il racconto della nascita in un contesto storico ampio, che si apre con il nome dell’imperatore Augusto.
Ci sono tante vie che portano a Betlemme. C’è la via politica del censimento che spinge Giuseppe e Maria a farsi censire. C’è il cammino notturno dei pastori, che si lasciano “catturare” dalla visione angelica. C’è il percorso dei Magi che seguono la stella. Sono vie diverse, ma caratterizzate dalla grande gioia dell’incontro personale con il Salvatore.
Quella gioia si manifesta a Betlemme, angolo sperduto del mondo, ma crocevia di attese e speranze universali.
Gesù arriva nel nascondimento e i primi a conoscere la notizia sono gli umili, i pastori, che, al pari di Zaccaria e di Maria, sono destinatari di una visita angelica: di un angelo prima e poi delle schiere celesti.
Queste intonano il Gloria.
Se in terra l’angelo aveva comandato che la grande paura si tramutasse in gioia gran-de per la venuta del Salvatore, così doveva essere in cielo: “Gloria grande a Dio”. La gloria del cielo corrisponde alla gloria della terra.
Sant’Ireneo diceva che “la gloria di Dio è l’uomo vivente”. Noi siamo la gloria di Dio.
Sappiamo che ogni dono perfetto viene dall’alto perché Dio è la gratuità fatta persona: ci è donato un Figlio. Allora anche noi possiamo chiederci come possiamo rendere la nostra esistenza un dono gradito a Dio; come possiamo dare il meglio di noi stessi, come evitare il calcolo nelle nostre relazioni, come riconoscere in tutto quello che ci circonda un dono meraviglioso.
In fondo, come essere la gloria di Dio.