26.03.2023 – 5^ Quaresima: TI RENDO GRAZIE, PADRE, PERCHÉ MI HAI ASCOLTATO! Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

26.03.2023 – 5^ Quaresima: TI RENDO GRAZIE, PADRE, PERCHÉ MI HAI ASCOLTATO! Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

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ANNOTAZIONI.
Gesù dice: “Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio”. Beate malattie che danno gloria a Dio! Che sono vissute in maniera diversa e, se anche conducono alla morte, non fanno però piombare nelle tenebre.
LA FEDE IN AZIONE
E dice ancora Gesù: “chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?”. Egli illumina decisamente la morte! Ci si compromette. Egli non è “risurrezione e vita” dopo che ha spalancato il sepolcro di Lazzaro, lo è prima, bisogna credere prima. È necessario accettare la sconfitta per poter poi credere nella vittoria.
UNA RELAZIONE INOSSIDABILE.
Gesù prega: “Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato … Detto questo gridò a gran voce: ‘Lazzaro, vieni fuori!’. Il morto uscì”.
Il Padre è per la vita! E del resto aveva già detto lo stesso Gesù: “Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”? (Lc 20,38). Ed fa eco alla Sapienza: “Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono” (Sap 2,23.24).
Anche una risurrezione, pur grande e straordinaria, non altera il rapporto del Figlio col Padre. Anzi Gesù lo ringrazia perché gli permette di compiere quest’azione. È il Padre che apre a Gesù la prospettiva della risurrezione ora per Lazzaro in forma provvisoria e domani per Lui in quella definitiva. Egli piange per la morte dell’amico ma sente già in sé stesso la morsa del dolore del suo passaggio attraverso la croce.
L’evento della salvezza è tutto racchiuso in questa relazione tra Padre e Figlio. E ci coinvolge tutti! Ormai sappiamo che ogni dolore oggi e la morte domani, non avranno più i connotati di una fine ma saranno, anche per noi, l’inizio di un rapporto nuovo col Padre che ci sta accanto nella sofferenza come figli amati e ci assiste nel passaggio ultimo come ha fatto con Gesù che, abbandonandosi nelle sue mani, è stato strappato dalla stretta del dolore e della morte.
OLTRE IL SEPOLCRO.
“Gesù disse loro: ‘Liberàtelo e lasciàtelo andare’”.
C’è una vita davanti, c’è un futuro oltre la pietra e oltre la morte: lasciatelo andare, lasciatelo vivere, ora qui e domani oltre, nell’eternità.
L’uomo ha bisogno di vivere e non di morire. E tuttavia è la morte che aprirà le porte della vita, di ogni vita.
Ogni morte a sé stessi, all’egoismo, aprirà orizzonti nuovi, quelli dell’amore!