26.09.2021 – 26 T.O.: Liberare il bene

26.09.2021 – 26 T.O.: Liberare il bene

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1. Il bene non ha religione e può scaturire da chiunque e in ogni occasione.

Nessuno ha il diritto di assolutizzare il bene che compie quasi fosse l’unico compiuto e il meglio che si può fare. È cadere nell’ambizione e nella presunzione che inoculano quel senso di superiorità che fa male a chi va cercando Dio e lo allontana. È un vero dare scandalo cioè porsi tra Dio e l’altro facendo ombra a Dio impendendo all’altro di vederlo.

È importante non solo non ostacolare il bene ma va cercato; e, una volta intravisto, accoglierlo e apprezzarlo.

Si verifica così quel che dice Gesù: “chi non è contro di noi è per noi” e così cresce abbondante la sana ricchezza, quella di bene.

2. Si tratta di compiere una inversione       di rotta.

Abituati come siamo a vedere il male, siamo chiamati a scorgere il bene e raccoglierlo come dono prezioso!

Va notato che il motivo per cui Giovanni vuole bloccare il bene che vede compiere è perché “non ci segue”.

E così non fa che manifestare quell’orgoglio di gruppo che è in contrasto con la presenza e la volontà di Gesù che è venuto a salvare tutti e a rendere sacro e meritorio anche il più piccolo gesto d’amore, come dare un bicchiere d’acqua, compiuto da un anonimo verso il discepolo che arriva affaticato dal viaggio. Un tale gesto non rimane senza frutto, anzi instaura un rapporto di fiducia e segna l’inizio di un dialogo; ogni gesto che favorisce l’incontro e la comunicazione fra le persone è prezioso e va favorito.

3. Ognuno allora è chiamato a sanificare alla radice mani, piedi e occhi, che possono favorire ma anche impedire il camminare insieme.

Ad esempio:

  • dito puntato di chi è dedito ad arrogarsi il ruolo di giudice;
  • le mani che rubano la dignità oltre che i beni materiali e talora graffiano invece di accarezzare;
  • gli sguardi altezzosi e quelli che rivelano cupidigia di denaro; gli occhi vanno tolti, se invidiosi o sospettosi, operatori di divisioni tra fratelli e sorelle, fino a non rivolgersi più nemmeno la parola;
  •  i piedi che, passando per i rancori, corrono verso la vendetta.

Queste immagini sulla bocca di Gesù sono un richiamo pressante e accorato, rivolto a ogni uomo, a non rovinare la propria vita e quella degli altri.

E come?

4. Un bicchiere d’acqua (dato), non perderà la sua ricompensa

Tutto inizia da ciò che è piccolo; un gesto d’amore, come dare un bicchiere d’acqua, non perde la sua ricompensa.

Ed è opera di una mano che lo porge a chi ha sete; è gesto sacro che crea relazione e quella mano è benedetta. Una mano che esprime tenerezza.

Essa è parte del mio corpo che non posso disprezzare. E, oltre a questo, ho altri preziosi strumenti per amare: il piede che corre verso chi ha bisogno, l’occhio che ne vede l’immagine di Dio che vi è impressa; con tutto il positivo che vi è nascosto. Ho poi la lingua per lodare e ringraziare Dio.

Anche Gesù si è preso un corpo per poter dire l’Amore concreto. E che Dio ci ama immensamente, lo si vede in Lui che viene e consegna il suo corpo per amare fino alla fine.

È con il corpo che mi faccio vicino. Quanti gesti di Amore possono diventare il mio corredo! E non solo quelli miei ma di ognuno che li compie, basta accoglierli.

L’Amore e tutto il bene che circola, non hanno religione; sono lingua universale che tutti conoscono e tutti capiscono.

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