“Gesù disse ai suoi apostoli: guardatevi dagli uomini (Mt 10,17) …Stefano faceva grandi prodigi … (era) era pieno di Spirito Santo (At 6,8.7.55) ”.
Qui viene segnata la sorte del bene: sembra fare stranamente più male del male! Si scatena un rifiuto del bene piuttosto che del male. C’è un’azione degli uomini che tenta, in tutti i modi di non far avanzare il bene. Si dice che è questione di tradizione da difendere ma la tecnica di difesa non è proporzionata se si arriva proprio ad uccidere per mettere in silenzio.
E allora c’è bene altro in gioco. L’adesione al bene, al Vangelo, che è sempre buona notizia, richiede un atteggiamento nuovo, che non si può nascondere e che, in genere, contesta l’altra posizione che blocca sulle proprie sicurezze che divengono poi resistenza allo Spirito Santo.
Stefano si arrende allo Spirito e non agli uomini, come avevano fatto sia Giuseppe che Maria e così il cielo si apre e Gesù è lì, come era – in altro modo – davanti agli occhi dei genitori nella grotta di Betlemme.
Quanto allora è importante discernere ciò che vuole oggi lo Spirito Santo per ognuno di noi, per noi insieme, per la Chiesa intera e per tutta l’umanità.
È da qui che si potrà vedere la salvezza del mondo che Gesù ha operato e che si ri-vela svelandosi nel mondo. E non accada che sia, almeno per noi, come vanificata la venuta di Gesù!
“Il primo e fondamentale discernimento degli spiriti è quello che permette di distinguere “lo Spirito di Dio” dallo “spirito del mondo” (cf. 1 Cor 2, 12).
S. Paolo dà un criterio oggettivo di discernimento, lo stesso che aveva dato Gesù: quello dei frutti. Le “opere della carne” rivelano che un certo desiderio viene dall’uomo vecchio peccaminoso; “i frutti dello Spirito” rivelano che viene dallo Spirito (cf. Gal 5, 19-22). “La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne” (Gal 5, 17).
A volte questo criterio oggettivo non basta perché la scelta non è tra bene e male, ma è tra un bene e un altro bene e si tratta di vedere qual è la cosa che Dio vuole, in una precisa circostanza.
Fu soprattutto per rispondere a questa esigenza che sant’Ignazio di Loyola sviluppò la sua dottrina sul discernimento.
Egli invita a guardare soprattutto una cosa: le proprie disposizioni interiori, le intenzioni (gli “spiriti”) che stanno dietro una certa scelta.
In ciò egli si inserisce in una tradizione già affermata. Un autore medievale aveva scritto:
“Chi mai può esaminare le ispirazioni, se vengono da Dio, se non gli è stato dato da Dio il loro discernimento, così da poter esaminare esattamente e con retto giudizio i pensieri, le disposizioni, le intenzioni dello spirito? Il discernimento è come la madre di tutte le virtù ed è necessario a tutti nel guidare la vita, sia propria che altrui…Questo è dunque il discernimento: l’unione del retto giudizio e della virtuosa intenzione”.
Sant’Ignazio ha suggerito dei mezzi pratici per applicare questi criteri.
Uno è questo.
Quando si è davanti a due possibili scelte, giova soffermarsi prima su una, come se si dovesse senz’altro seguire quella, rimanere in tale stato per un giorno o più; quindi valutare le reazioni del cuore di fronte a tale scelta: se dà pace, se si armonizza con il resto delle proprie scelte; se qualcosa dentro di te ti incoraggia in quella direzione, o al contrario se la cosa lascia un velo di inquietudine. Ripetere il processo con la seconda ipotesi. Il tutto in un clima di preghiera, di abbandono alla volontà di Dio, di apertura allo Spirito Santo.
Alla base del discernimento in sant’Ignazio di Loyola, c’è la dottrina della “santa indifferenza”. Essa consiste nel porsi in uno stato di totale disponibilità ad accogliere la volontà di Dio, rinunciando, in partenza, a ogni preferenza personale, come una bilancia pronta a inclinarsi dal lato dove sarà il peso maggiore. L’esperienza della pace interiore diventa così il criterio principale in ogni discernimento. È da ritenersi conforme al volere di Dio, la scelta, che dopo prolungata ponderazione e preghiera, è accompagnata da maggior pace del cuore.
p. Raniero Cantalamessa 9.12.2016 2^ predica d’avvento
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