27.03.2022 – 4^ Quaresima: Un padre appassionato per l’uomo
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Due figli che sono amati dal Padre che non comprendono l’Amore che irrompe nella loro vita. Sono amati come figli e non per quello che fanno. Due figli, uno che parte e uno che resta; e poi uno che torna e l’altro che sembra volersene andare.
Vediamo cosa succede al ritorno del figlio che ha dilapidato il suo patrimonio.
Si alzò dunque e andò da suo padre.
Quando il Padre vede il figlio tornare non prova ira, non aspetta faccia penitenza e, inginocchiato, lo supplichi del perdono, ma: lo vide, ebbe compassione.
Tornare è quindi il gesto che conta e vale. E il Padre lo dimostra con i suoi gesti.
A. GLI CORSE INCONTRO. Nel mondo orientale, la fretta è considerata un gesto di grande disonore, e un padre di famiglia non corre mai. Per restituire l’onore al figlio che l’aveva perso, il padre accetta di perdere il suo.
B. GLI SI GETTÒ AL COLLO E LO BACIÒ. Nel linguaggio biblico, Il bacio dice un perdono che è già concesso. Quindi il figlio non trova un giudice che lo condanna, ma un padre che con il suo amore fatto compassione, lo rigenera. Per questo il padre non chiede al figlio: cosa hai fatto, come ti sei comportato, ti sei pentito? Lo bacia, cioè sei tutto perdonato. A lui interessa il figlio, non il suo passato colpevole. Ma fa ancora di più. Questo ragazzo è stato tra i maiali, è un immondo. Toccandolo, la sua impurità passa pure al padre. Così prima ha perso l’onore per rendere onore al figlio, adesso accetta di essere impuro per rendere puro il proprio figlio. Per cui quando il figlio recita l’atto di dolore, il padre lo blocca. Egli dice che non è degno di essere chiamato figlio e quindi ragiona ancora con le categorie del merito, di essere degno o no, e crede che il perdono venga meritato.
C. PRESTO, PORTATE QUI IL VESTITO PIÙ BELLO E FATEGLIELO INDOSSARE. La veste era una onorificenza che indicava il pieno ripristino nella dignità che aveva prima. Senza nessuna garanzia. Il padre non lo minaccia, non lo ammonisce, ma addirittura lo premia.
D. “METTETEGLI L’ANELLO AL DITO”. Possedere l’ anello significava essere a capo di tutta l’amministrazione. Oggi potremo dire era la carta di credito, il libretto degli assegni della casa. Non c’è nessuna garanzia che questo figlio si sia pentito, lui è tornato a casa per interesse: «qui faccio la fame e là mangio».
E. I SANDALI AI PIEDI. I sandali sono il segno dell’uomo libero. Gli schiavi andavano scalzi.
F. PRENDETE IL VITELLO GRASSO, AMMAZZATELO, MANGIAMO E FACCIAMO FESTA. Mangiare tutti insieme vuol dire che questo figlio non sarà un servo nella casa paterna ma viene pienamente reintegrato nella vita familiare. E questa è la motivazione: perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. Si tratta cioè di una nuova nascita.
Quale la conclusione?
Si può girare dove si vuole in cerca di libertà o di emozioni sempre nuove, ma alla fine ci si rende conto che è meglio l’ambiente di casa. Si tratta, anche senza rendercene conto, di nostalgia di un Amore che avvolge e penetra fin nel punto più segreto dell’anima e del cuore e del quale non si può fare a meno. Sant’Agostino direbbe: “Ci hai fatti per Te, Signore, e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te” (Le Confessioni, I,1,1).
È quell’Amore che lascia andare, attende e gode solo nel riveder la faccia. Non prevale ciò che non si è fatto e l’insuccesso, ma quel poter rivedere e riabbracciare con il bacio che dice un perdono già concesso. Il padre appare liberato e pieno di gioia. La colpa infatti è impedire a Dio di amare, impedire a Dio di essere padre, rifiutando di essere figli, causandogli il dolore più grande.
È l’Amore che ha il sopravvento e risana.
È un faccia a faccia tra Padre e figlio, dove il Padre conosce il figlio, sa prenderlo e comprenderlo, lo ascolta e gli parla, ed egli impara vivere la sua Parola con fiducia.
Vale ripetere, oggi, con Gesù: “Padre, non sia fatta la mia volontà ma la tua”, anche nei momenti di maggior prova.