27.09.2015 – 26^ Tempo Ordinario: Chi non è contro di noi, è per noi

27.09.2015 – 26^ Tempo Ordinario: Chi non è contro di noi, è per noi

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Il discepolo Giovanni è tentato dal credere che solo lui e i suoi amici sono in grado di fare il bene. Gesù lo ammonisce con la frase: chi non è contro di noi, è per noi. Il Padre attraverso l’opera che Gesù compie, vuol raggiungere tutti. Egli non ha inviato semplicemente suo Figlio a farsi uomo ma come Salvatore del mondo. Giovanni è tentato di “ostacolare” quest’azione invece di operare e raccogliere con Gesù tutto il bene, a sommarlo e moltiplicarlo.

E per questo non c’è da chiedersi quando si cammina e si ha sete se quel bicchiere d’acqua fresca viene da uno che crede o un non credente, va bevuto e si ringrazia. Chiunque lo dà è benedetto da Dio! La nostra persona infatti può essere sempre orientata al bene, che non ha religione perché parte dal cuore di ogni persona e tutti possono sperimentarne i riflessi e vivere di continuo stupore e continue sorprese.

Il cristiano vive secondo lo Spirito che illumina le parole di Gesù e ne fa segnali sicuri per la vita.

Illumina anche gli eventi e li fa vedere nella logica di Dio, facendone cogliere il bene anche dentro il negativo.

E poi agisce nella vita delle persone e le rende lominose, togliendo ciò che distoglie dal bene.

Ecco il tagliare che si vede in positivo. Anche Michelanagelo per avere la sua Pietà tolse ciò che impediva di vederla.

Maria segue lo Spirito. Anche noi nell’incontro con qualcuno possiamo chiedere: cosa vorrà dirmi lo Spirito attraverso questa persona? O di fronte alle vicende umane: cosa vorrà dirmi lo Spirito attraverso ciò che accade o mi accade?

Lo scandalo è trabocchetto – come una buca coperta sottilmente – dove uno che ci passa sopra vi cade dentro! È anche come una rete in cui uno s’impiglia e non riesce a liberarsi. Creare scandali non è solo mettere in circuito cose scandalose, il che sarebbe già grave, ma agire con l’inganno a scapito dell’inerme, di chi nemmeno ci pensa.

Le occasioni sono le mani che si muovono a rovinare l’uomo, i piedi che tendono a calpestarlo e gli occhi a deturparne l’immagine. Quando piedi, mani e occhi si muovono in modo sbagliato, creano subito il disordine dello scandalo.

E allora la mano va purificata movendola per accarezzare o  sorreggere chi è infermo; il piede per farsi vicini o correre verso la casa del vicino che magari è solo; l’occhio per vedere l’altro nella vera luce, nel positivo e non solo nel negativo che porta al giudizio.