È la Pace scaturita dal dono di sé fino in fondo.
È la Pace che ci raggiunge quando l’Amore va a tutti ma iniziando dalla parte più debole e fragile dell’umanità:
* Avevo fame e mi hai dato da mangiare.
* Ero straniero e mi hai accolto.
* Ero in difficoltà e mi hai teso la mano.
* Ero un non credente e mi hai introdotto ugualmente nella tua vita.
* Avevo paura e mi hai tranquillizzato con la tua vicinanza.
* Ero in un vicolo cieco e tu mi hai aperto gli occhi in tempo.
….
È la Pace di chi posa su di noi la sua mano e ci annuncia:
Non temere! Io sono il Primo – all’inizio di tutto – e l’Ultimo – alla chiusura della storia – il Vivente cioè Colui che non ha più bisogno di trovare metodi e mezzi per poter continuare a vivere dopo la malattia. (Ap 1,17.18)
Sono “Vivente”, Colui che da sempre vive, che può passare anche attraverso la morte con la chiave giusta per uscirne indenne. “Ero, infatti, morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi” (Ap 1,18)
“Ora mando voi” a portare questa pace! (Gv 20,21)
Lo Spirito ricevuto sarà in grado di togliere l’intoppo alla pace, il peccato generatore di inimicizie, odio, guerre, lotte interne a casa o dove si vuol vivere come a casa; il peccato che si annida dentro facendo credere di essere in grado di gestire la vita da soli, come uno vuole, secondo il proprio criterio di giudizio.
Agli apostoli è dato il potere di toglierne la virulenza fino a rendere nuova una persona. È dato in mano il gesto della grazia efficace.
Così è risolto anche il problema “Tommaso” a cui viene detto di non essere incredulo, cioè uno che viaggia in autonomia, ma credente insieme ai credenti in Lui.
Egli, Risorto, vive nella sua Chiesa.
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