28.07.2019 – 17^ Tempo Ordinario: LA PREGHIERA SICURA – Lc 11, 1-13
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,“Quando pregate dite: “Padre”. (Lc 11,2)
“Noi possiamo stare tutto il tempo della preghiera con questa parola soltanto e sentire che abbiamo un padre: non un padrone né un patrigno. No: un padre. Il cristiano si rivolge a Dio chiamandolo anzitutto “Padre”.
Noi continuiamo a dire “Padre nostro”, ma con il cuore siamo invitati a dire “Papà”, ad avere un rapporto con Dio come quello di un bambino con il suo papà, che dice “papà” e dice “babbo”.
L’espressione evoca affetto, calore, qualcosa che ci proietta nel contesto dell’età infantile: l’immagine di un bambino completamente avvolto dall’abbraccio di un padre che prova infinita tenerezza per lui.
E per questo, per pregare bene, bisogna arrivare ad avere un cuore di bambino. Non un cuore sufficiente: così non si può pregare bene. Come un bambino nelle braccia di suo padre, del suo papà, del suo babbo…
Per darci fiducia, Gesù spiega alcune cose. Esse insistono sugli atteggiamenti del credente che prega. Per esempio, c’è la parabola dell’amico importuno, che va a disturbare un’intera famiglia che dorme perché all’improvviso è arrivata una persona da un viaggio e non ha pani da offrirgli. Cosa dice Gesù a questo che bussa alla porta, e sveglia l’amico?
«Vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono» (Lc 11,9).
Con questo vuole insegnarci a pregare e a insistere nella preghiera.
E subito dopo fa l’esempio di un padre che ha un figlio affamato. Tutti i padri e nonni, quando il figlio o il nipotino chiede qualcosa, ha fame, e chiede e chiede, poi piange, grida, ha fame:
«Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?» (v. 11).
E tutti hanno l’esperienza quando il figlio chiede, si dà da mangiare quello che chiede, per il bene di lui.
Con queste parole Gesù fa capire che Dio risponde sempre, che nessuna preghiera resterà inascoltata, perché? Perché Lui è Padre, e non dimentica i suoi figli che soffrono.
Sono certo affermazioni che ci mettono in crisi, perché tante nostre preghiere sembra che non ottengano alcun risultato. Quante volte abbiamo chiesto e non ottenuto – ne abbiamo l’esperienza tutti – quante volte abbiamo bussato e trovato una porta chiusa? Gesù ci raccomanda, in quei momenti, di insistere e di non darci per vinti. La preghiera trasforma sempre la realtà, sempre. Se non cambiano le cose attorno a noi, almeno cambiamo noi, cambia il nostro cuore. Gesù ha promesso il dono dello Spirito Santo ad ogni uomo e a ogni donna che prega.
Possiamo essere certi che Dio risponderà. L’unica incertezza è dovuta ai tempi, ma non dubitiamo che Lui risponderà. Magari ci toccherà insistere per tutta la vita, ma Lui risponderà. Ce lo ha promesso: Lui non è come un padre che dà una serpe al posto di un pesce. Non c’è nulla di più certo: il desiderio di felicità che tutti portiamo nel cuore un giorno si compirà”
(papa Francesco, udienza commento a Padre Nostro)
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