28.08.2022 – 22^ del Tempo Ordinario: Quando ci arriveremo?

28.08.2022 – 22^ del Tempo Ordinario: Quando ci arriveremo?

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Luca non ci presenta un Gesù che è adirato per il fatto in sé, che cioè si vuole il primo posto, che lo dà quasi per scontato.

Ma punta l’attenzione sul come.

Egli fa notare che per avere il primo posto, si è pronti a tutto. È questa la gravità, cioè che io possa perdere qualunque scrupolo pur di accaparrare questo primo posto.

Gesù vuole offrire una maniera nuova di comportarsi nella propria vita che consiste nel scegliere gli ultimi posti.

La parabola finale presa proprio dal modo di vivere in quella cultura spiega tutto ciò che Gesù vuol far comprendere. In Israele la tradizione impone di invitare solo quattro categorie di persone: gli amici, i fratelli, i parenti, i ricchi vicini; Gesù chiede di dare inizio a un nuovo banchetto in cui le quattro categorie della “gente per bene” cedano il posto alle altre quattro: “quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi”.

Gesù fa capire che queste nostre società, sono ingiuste, fomentano la divisione, la classificazione che crea sempre ingiustizia, oppressione, sofferenza tra le persone.

Bisogna inventare una società nuova che partendo dalla base – ecco tutti scendono all’ultimo posto – partendo dalla base, si coltiva questa capacità più fraterna, più di sentirsi uguali agli altri, non superiori agli altri.

È per questo che Gesù dice: Chi si umilia sarà esaltato.                                                                                                                                                                                                                                                                                                

Umiliarsi non significa farsi vedere come poveracci o peggio ancora dei buoni a nulla. Quale psicologia può sostenere un tale atteggiamento come fonte di sviluppo anche solo umano? Ci vuole qui un buon lavoro per ricuperare una giusta stima di sé.

Umiliarsi significa riconoscersi come persone che vivono le une accanto alle altre in relazione tra loro, dove anche i doni ricevuti, pur essendo diversi in grandezza e qualità per ognuno, non portano a divisione ma diventano ricchezza moltiplicata per tutti.

Umiliarsi dunque è un guadagno enorme perché così non si perdono i contatti con gli altri ed è possibile aiutarsi a vicenda, sostenersi nel momento difficile, realizzare insieme il sogno di Dio: vedere i suoi figli che credono al suo Amore e si lasciano Amare da Lui così da potersi riconoscere fratelli e sorelle tra loro.

È determinante allora essere umili, abbandonati all’Amore di Dio così da decidersi ad amare gli altri come se stessi; fin ché ci si accorge che umiliarsi non è che prendere coscienza ogni momento del nostro limite, segnato dalla presenza degli altri, che fa essere sempre più se stessi in continua crescita.

E allora saltano le categorie e nascono i “posti di servizio”; nessuno si può aspettare qualcosa dall’altro quando “ognuno” è responsabile. Non esiste nemmeno il posto a sedere quando un anziano o una donna in attesa entrano nel pullman o altrove: sono io lì ad alzarmi e “servire” cedendo il mio posto.

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