29.01.2023 – 4^ Domenica T. O. e della Parola: IL MANIFESTO DI GESÙ – 5,1-12a

29.01.2023 – 4^ Domenica T. O. e della Parola: IL MANIFESTO DI GESÙ – 5,1-12a

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Il messaggio è rivolto ai discepoli. Sono essi infatti che devono conoscere bene cosa intende dire il loro maestro per poterlo poi comunicare a tutti nella sua interezza e verità, così com’è. Dovrà essere attualizzato in ogni tempo, rinnovato nella forma perché ognuno lo possa capire, ma la sostanza non muta. E quale messaggio? Inizia per otto volte con “beati” e quindi non può essere che un annuncio gioioso e colmo di speranza. Gesù ama far felici sapendo che questa è la vita nei cieli, e perché non anticiparla anche sulla terra? E poi comincia dai “poveri di spirito” che al suo tempo erano gli anawim (“chi è curvo”, oppresso e privato di ciò che gli sarebbe dovuto) che pur potendo vantare molti diritti, non ne vedevano assolti nemmeno i più elementari. Ebbene a questi viene assicurato il “Regno dei cieli” cioè la certezza che possono contare su Dio che è loro vicino. Vengono quindi “coloro che sono nel pianto”, quelli cioè che sono addolorati al massimo per ciò che sta accadendo e non corrisponde al volere di Dio come l’oppressione dell’uomo, a cui è tolta la libertà, e la rottura delle relazioni. Ebbene a questi è assicurata la “consolazione” cioè la certezza che questa situazione finirà e si vedrà come una ri-creazione del mondo. Poi tocca ai “miti” che non sono gli ingenui e nemmeno gli inefficienti ma quelli che sanno agire all’interno e sottoterra, perfino nelle tenebre; la loro luce è piccola ma le rompe. In effetti Gesù assicura che la terra diventerà loro proprietà; saranno loro a renderla abitabile e vivibile. Arriva di seguito il turno di “chi ha fame e sete di giustizia” che non è soltanto la volontà di dare a ciascuno il suo ma creare sulla terra quei rapporti giusti e veri che pongono gli uni accanto agli altri come figli dell’unico Padre e fratelli e sorelle tra loro. Viene loro assicurato che saranno “saziati”, la loro perseveranza nel creare relazioni avrà l’evidenza al momento opportuno che sarà anche quello giusto. Vengono quindi i “misericordiosi” che non sono quelli che commiserano ma che portano dentro le ferite dell’altro e le leniscono con un amore non oppressivo ma pur sempre purificante. Ebbene a questi è garantita la misericordia per loro stessi, saranno cioè trattati sempre con misericordia; è quel rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori con le posizioni interscambiabili: posso imparare da Dio che mi perdona perché io perdoni ma posso anche essere io per primo ad avere misericordia perché anche Dio l’abbia con me. Seguono i “puri di cuore” che non sono i moralisti ma coloro che hanno dentro un amore allo stato puro cioè senza interesse, senza pretese, che lascia liberi; è quell’amore recuperato, dopo l’errore, che è più forte e sicuro di quello originale. A quest’amore è dato di “vedere Dio”, averne la percezione che porta poi a leggere tutto alla sua luce. È la visione possibile a tutti e non solo ai mistici. Vengono poi gli “operatori di pace”, cioè quelli che si sporcano le mani e rischiano sulla propria pelle; possono essere considerati un ostacolo ad altri disegni malavitosi e propagatori di dissensi, divisioni, arrivismi. Vien detto che sono e saranno ritenuti “figli di Dio”, come coloro che somigliano al Padre e agiscono come agirebbe lui. Arrivano poi i “perseguitati per la giustizia” che si vedono cioè manomettere o minimizzare ciò che fanno e sono derisi per la loro costanza nel credere a quella fraternità che è accoglienza dell’altro così com’è, al di là della nazionalità, della cultura, della religione; anzi è promotore di integrazione nella propria cultura nel rispetto di quella di altri. Hanno la stessa certezza dei poveri di spirito, cioè quella vicinanza di Dio che è “Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4,6).
Così termina il manifesto di Gesù!
Poi c’è la strada che i discepoli devono percorrere perché questo messaggio arrivi a tutti. È il controcorrente che ha bisogno di gente pronta a tutto e consapevole di ciò che può accadere:
“Beati voi: non consideratevi vittime,
quando: nel momento in cui
vi insulteranno: riceverete offese che feriscono,
vi perseguiteranno: cercheranno di annullare la vostra proposta;
e, mentendo: manipolando la verità
diranno ogni sorta di male contro di voi: butteranno su di voi una marea di fango, calunniando,
per causa mia: perché mi state seguendo, siete miei.
Rallegratevi ed esultate: siate felici e danzate,
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli: riceverete il premio enorme per le vostre fatiche.

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