30.03.2025 – 4^ di Quaresima: LA VITTORIA DELL’AMORE (Lc 15,1-3.11-32)
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Se uno si ritrae dalla vita sbagliata, o è triste e ritrova la gioia, sono fatti che interpellano. Si parte da una scelta egoistica che però porta alla condivisione oppure un allontanarsi ad una nuova relazione ancora più stabile. E il frutto è quel che conta di più.
➢ La scena del figlio che se ne vuole andare dice un amore che rispetta la libertà.
È infatti tipico dell’amore lasciare andare. L’amore vero non trattiene, non è protettivo, non ha altro scopo che quello della crescita e maturazione.
➢ Davanti a Dio non conta tanto la caduta quanto il rialzarsi.
La caduta infatti può generare una situazione migliore di quella di prima perché ha in più l’esperienza di come si sbaglia e ci si può risollevare.
➢ La scena del ritorno svela la parte di Dio più bella e sorprendente.
Egli non fa riferimento all’esperienza negativa che già conosceva.
Se all’inizio era rispetto della libertà del figlio, qui siamo di fronte all’espressione chiara della sua libertà di Padre che sembra esagerare.
È un amore intangibile e fedele al massimo: è lo stesso quando te ne vai per i fatti tuoi e quando, deluso da tutto, torni sui tuoi passi. Anzi quando te ne vai non dice nulla, mentre quando torni ti copre di attenzioni, ti viene incontro, e ti abbraccia e ordina la più grande festa che ci sia.
➢ È un amore che vince ogni resistenza ma passando attraverso una pazienza senza limite alcuno.
È un amore che vuole il tuo bene e quindi rispetta i tuoi tempi, fino in fondo. Finché non cedi e gli permetti di amarti in maniera cosciente e gli togli come un peso che per un padre è quello di impedirgli di amare un figlio. È un amore che è in atto e resta solo che tu te ne accorga.
Punti nodali
Mi ripiego sulla mancanza che ho fatto o accolgo il bene che Dio vuole per me? Amo guardare indietro per rincorrere la mia sicurezza o procedo in avanti sicuro di Dio?
Ecco S. Paolo che viene in aiuto:
“Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (1Cor 3,12-14).
Mi lascio amare da Dio e vi rispondo come posso o mi trovo sempre invischiato nella la mia indegnità, incapacità e debolezza?
È qui la vera conversione della vita: “Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi” (1Gv 4,16).
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