30.12.2018 – S. Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe: IL DIO DELLA FAMIGLIA!
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Scese con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso” (Lc 1,519).
Gesù pur di non tradire il progetto del Padre, si sottomette obbediente a papà e mamma. Pur di non perdere il tesoro più grande, ci perde Lui.
Dunque il progetto di Dio è “famiglia” cioè circolazione di sangue e circolazione d’amore.
Anzi di più: presenza visibile del Dio invisibile.
Famiglia è dire: io sono per te e tu per me, e così Gesù vive tra noi.
Famiglia è tabernacolo del Dio vivente, presenza stabile di Gesù fra gli uomini.
Famiglia è dire ed esaltare il vivere insieme e insieme a Gesù.
Famiglia è obbedienza reciproca per l’ascolto l’uno dell’altro e farlo felice e dargli gioia.
1^ lettura: “Per tutti i giorni della sua vita, egli è richiesto per il Signore” (Sam 1,28).
Vangelo: “Io devo occuparmi delle cose del Padre mio” (Lc 2,49).
la verità sulla famiglia.
Esistono due punti di partenza:
La famiglia di Dio.
…quando è una realtà primaria da vivere e gestire in modo esemplare e dandole un valore essenziale. È come dire: per noi la famiglia è tutto!
Il Dio della famiglia.
…quando è una realtà da vivere come dono e possibilità di sviluppo per tutti e ciascuno in particolare. È come dire: per noi Dio è tutto!
Queste due posizioni dicono anche due modi di vedere:
Quando siamo noi a gestirla, secondo dei criteri anche buoni, siamo comunque sempre noi a tenerne il timone e a doverla guidare. Dietro l’angolo, considerando una tale gestione, come esiste il desiderio di andare avanti, così può accadere di pensare anche alla possibilità di rescindere una tale convivenza. Siamo infatti noi la garanzia del tutto.
Quando è Dio a gestirla come operatore primo e noi coinvolti da Lui, ci si immette invece in un avventura di cui non si può conoscere né i programmi né i contorni sempre delineati. E c’è qui il desiderio di gestirla bene con la garanzia di Dio.
Alcuni suggerimenti a genitori e educatori:
- Se si vuol vedere il figlio crescere, non bisogna stargli troppo vicino ma guardarlo ad una certa distanza, almeno 10m.
- Ciò che più conta non è che cresca nel modo che noi vogliamo ma come è un bene per lui.
- Nelle scelte che il figlio dovrà fare, vanno lanciati sempre i segnali che si credono opportuni ma come consigli.
- Quando si tratta di scelte di vita è determinante che un figlio sia lasciato libero; se si hanno dei dubbi, lo si può illuminare ma mai contrastarlo.
- Si sappia che il figlio è sempre un dono e mai un possesso.
- Se si è credenti, s’impari ad affidarlo a Dio come ha fatto Anna con Samuele; e sarà Dio a stargli accanto oltre che noi.
- Il figlio non chiede che lo si ami ma che papà e mamma si amino.
- Stare vicino al figlio come adulti così che egli possa imparare da noi a impegnarsi per gli altri e a non pensare solo a se stesso.
- E se si è contenti, ad esempio, che un figlio frequenti l’oratorio, i genitori per primi lo devono amare e servire perché diventi un ambiente accogliente, armonico, ordinato e pulito.
Per finire:
«I tuoi figli non sono figli tuoi, sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo, ma non li crei.
Sono vicini a te, ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore, non le tue idee, perché essi hanno le proprie idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo, non alla loro anima, perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire, dove a te non è dato di entrare, neppure con il sogno.
Puoi cercare di assomigliare a loro, ma non volere che essi assomiglino a te, perché la vita non ritorna indietro e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani»
(Kalil Gibran Il profeta).
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