31.07.2016 – 18^ Tempo Ordinario: Arricchirsi presso Dio
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Quando non si pensa a Dio si è costretti a pensare a tutto ciò che serve per andare avanti ma facendolo da soli.
È fin troppo chiaro che viene applicato il detto: ognuno per sé mentre solo Dio è per tutti. E la parabola del vangelo è un magnifico quadro dell’egoismo fatto struttura dal meccanismo perfetto. La fortuna mi ha baciato in fronte e ora posso vivere tranquillo. Finalmente!
Dal contesto del vangelo sorge infatti una domanda: dove ha sbagliato l’agricoltore? Come mai viene chiamato pazzo?
Quest’uomo – ci chiediamo – non ha famiglia, moglie, figli? Non ha vicini di casa? Non ha operai? Certo che li ha. Vive in mezzo alla gente, ma non la vede; per le persone non ha tempo, non ha energie da impiegare, non ha pensieri, non ha parole, non ha sentimenti. È interessato solo a chi gli parla di beni e gli suggerisce come accrescerli. Pensa ai raccolti, ai magazzini, al grano.
Proviamo ad immaginare un modo di pensare comune alla stessa maniera. Cosa potrebbe succedere? Che ognuno cerchi di vivere, magari anche bene, ma dentro una campana di vetro… senza pensare di aver bisogno di qualcuno.
Piccoli mondi costruiti ad arte e capaci di illudere una marea di persone.
Domanda: fin quando? È possi-bile ipotizzare una vita senza prove? Senza intoppi? Senza sofferenze? E, soprattutto, senza morte?
All’arrivo di ciò che non era previsto, perché non codificato, ci si sveglia per toccare con mano la realtà.
E può accadere di essere circondati da persone pronte a farti ciò che tu, tutto preso dalle tue cose, nemmeno pensavi di fare agli altri.
Ed è lì la scoperta della preziosità del gesto d’amore che, anche quando è piccolo, appare come una cosa grande che vale più di tutto ciò che si possiede.
E si può comprendere che l’arricchire davanti a Dio non è certo moltiplicare i “magazzini” ma gli atti d’amore di cui si sta già pienando il cielo così che si può ben dire che l’Amore sta vincendo perché ha già vinto. Finalmente!
Sta tutto qui il senso pieno della vita. Essa vale non per quanto si riceve ma per quanto si dona. È infatti il dono che dice la sua bellezza dal momento che essa si consuma non perché si distrugge ma semplicemente per ché “si spende” per gli altri.
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