Un anno di meno è preludio, a distanza ravvicinata, di eternità. Il tempo ne è la è preparazione.
Ecco perché non è sufficiente, per poter sperare, la fine di un anno che fa posto ad un altro atteso come migliore.
Dire grazie a Dio è l’unica cosa che dà senso ad ogni momento, che passa semplicemente per far posto a quello dopo.
E così la vita diventa un’avventura a lieto fine.
Non per nulla Dio continua a preparare il banchetto per tutti i popoli dal menù fatto di “grasse vivande, vini eccellenti, cibi succulenti, vini raffinati” (Is 25,6) e che Giovanni nell’ apocalisse completa descrivendo l’ambiente: “Udii una voce potente, che veniva dal trono e diceva: “Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate” (Ap 21, 3.4).
È l’invito a vivere la vita conoscendo già la meta.
E così cade la preoccupazione e non resta che compiere bene e con amore ciò che i momenti della vita ci riserva. E tutto è fatto.