12.10.2014 – 28^ Tempo Ordinario: Andare a nozze

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Molte volte nella Bibbia si fa riferimento a Dio come lo “Sposo”. E in Gesù acquista un timbro preciso.

Nella terra noi abbiamo l’ immagine del matrimonio dove l’amore tra lo sposo e la sposa dovrebbe esprimere quel rapporto nuziale originario che sta in Dio.

L’ Amore infatti che dice Dio, è un Amore che si dona senza riserve tanto da esprimersi così:

Io Padre mi faccio nulla perché Tu Figlio possa essere Te stesso e cioè Dio;

E il Figlio risponde:  Io mi faccio nulla perché tu Padre possa essere Te stesso, cioè Dio;

E lo Spirito Santo può aggiungere: Anch’io rimango in ombra, non mi faccio vedere perché Tu Padre e Tu Figlio possiate essere Dio come Me.

Così il convito di nozze dovrà esprimere nei convitati questa logica d’amore dove ognuno “amando” ha purificato se stesso tanto da ritrovare con Gesù la propria identità di figlio e insieme a condividere con Gesù il dono totale di sé.

Non importa se si è buoni o cattivi – l’invito non fa questa distinzione! – ma che s’indossi la veste nuziale cioè l’aver creduto all’amore dello Sposo e di conseguenza il lasciarsi amare da Lui, sperimentando su di se la sua mise-ricordia e poterla poi donare a tutti.

Dunque non è la nostra dignità a farci oggetto dell’ invito di Dio, ma è il suo invito a darci una dignità nuova che permette alla nostra vita di assumere una dignità nuova.

Va allora colta la portata di un tale invito che è sempre un appello a uscire da se stessi per aprirsi a qualcosa di nuovo che supera, va oltre fino a uscire dai nostri programmi, dalle nostre aspettative e dalle nostre abitudini.

È l’avventura degli sposi che per l’ amore vero sanno andare oltre ad ogni cosa pensata singolarmente per cominciare a pensare e a guardare insieme verso lo stesso scopo.

Tutto è racchiuso in una sola frase: imparare ad amare sempre, subito, con gioia. Perché l’amore vero è sempre nuziale.

Un testimone

Gli inviti per le loro nozze erano pronti. Annalisa e Giacomo avevano terminato di scrivere gli indirizzi prima di spedire l’elegante busta ad amici e parenti. Ma, letto e riletto l’elenco, i due fidanzati avvertivano un vuoto che non dava pace. “Ci sono tutti – disse Giacomo, poco convinto – spediamo!”. Annalisa lo guarda: “Sì, ci sono tutti, tranne i poveri, gli extracomunitari, quelli che non si sono comportati bene con noi. Giulia che mi odia cordialmente, Luciano che ha tentato di rubarti la fidanzata..”. “Che cristiani tiepidi siamo, non avremo mai il coraggio di mandare inviti a gente così!”.

Una strana folla circondava i due giovani sposi, un sabato mattino pieno di sole, nella chiesa del paese. Gente poco raccomandabile, qualche presenza fastidiosa e inaspettata. Qualcuno tra parenti e amici, per questo motivo, aveva rinunciato ad esserci: “Un impegno improvviso”.

Ma la gioia degli sposi non s’era spenta. Anzi, qualche invito un po’ strano aveva riempito quel “vuoto dentro” che non dava pace.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *