Posso dire: Tutto! Non certo perché altro non possa prendere il sopravvento. Ma ciò risulta ogni giorno di più come una tentazione, cioè una prova, per verificare e poi consolidare questo rapporto con Lui.

Egli invece lo è di sicuro per la sua azione concreta in me: posso dire che sono prete per Lui, perché l’ha voluto Lui. L’ho capito fin dall’inizio, ma ne ho avuto conferma quando la crisi, che non risparmia nessuno, mi conduceva a lasciare. Fu Lui che, con la sua grazia mi inondò afferrandomi e, grazie a Lui, fui salvo. È Lui, dunque. il tutto ma non per gli sforzi miei, semplicemente perché, di fronte all’evidenza della sua azione in me, non ci furono e non ci sono più ragioni che possano convincermi del contrario.

Per questo non dico “grazie” semplicemente perché sono prete, anche; ma soprattutto perché se, come tutti i cristiani, ho avuto la possibilità di “essere Gesù” vivendo la sua Parola che, nella sua varietà, ha segnato ogni momento della mia vita; come prete, ho potuto e posso realizzare i gesti di Gesù che parla, perdona e si fa presente come Pane da mangiare.

L’ essere prete rende più evidente il “far da Gesù”, che vale immensamente di più di ogni carica e potere! E lo vedo: se Gesù vive in me allora tutti i gesti – e non solo quelli sacramentali! – diventano espressione di grazia. È Gesù che agisce e per Lui si può fare anche il prete, e con entusiasmo colmo di gioia intima che nessuno e nessuna cosa può togliere.

Don Idilio