GRAZIE PER LE COMUNITÀ’ CHE HO SERVITO E STO SERVENDO

Prima il Seminario Regionale di Assisi, poi Moiano, Tavernelle, quindi Petrignano del Lago e Porto, Castiglione del Lago e ora Villantria; per la loro crescita in corresponsabilità.

Ora qua ora là … ho dovuto lasciare, ma dove c’è un tabernacolo, dove c’è l’ Eucaristia, ho trovato sempre Lui, Gesù. Quel “lasciare per Me”, si è incarnato nella mia vita.

È Lui, Gesù, che via via mi ha introdotto nel mistero del Padre facendomi sperimentare quel suo Amore che non era più solo per Lui ma anche per me.

E poi la scoperta dello Spirito come artefice di tutto, amico dell’anima, Colui che camminare a fianco a fianco con te.

E quindi Maria, la Mamma data a me da Lui come dono preziosissimo per poterla scoprire come Madre di tutti e accompagnatrice formidabile verso di Lui, Gesù, vero e non sognato.

Sono e mi sento “figlio” del Concilio Vaticano II° che ho vissuto come adolescente (iniziò che avevo 17 anni), ho approfondito da giovane e ho cercato di portare nella vita da sacerdote. E dal Concilio emerge la Chiesa-Popolo di Dio, la Chiesa-Comunione che ha assorbito e sta assorbendo gran parte delle mie energie.

 

GRAZIE PER AVER INCONTRATO L’OPERA DI MARIA O MOVIMENTO DEI FOCOLARI

Proprio un anno dopo dall’ordinazione (era l’ agosto 1970).

Mi ha aiutato a vedere sempre nuovi il sacerdozio e la Chiesa.

Mi ha dato il coraggio, anche in tempi difficili, di amare e donare la vita per la Chiesa composta da sacerdote e laici.

Da quel 1970 mi incontrai, e mi incontro tuttora, con degli amici preti, che vivono questa spiritualità. È un vivere un’esperienza di fraternità sacerdotale che è continua scuola per il rapporto con tutti i confratelli del presbiterio.

L’incontro con loro non è per simpatia o affinità e nemmeno per sola amicizia o fraternità ma perché ci sia Gesù fra noi; non conta risparmiare gasolio o auto o altro quando lo fai perché Lui sia e rimanga sempre presente tra noi.

Ma non è solo però vivere noi con Gesù ma anche desiderare perché possa accadere con le persone che via via Gesù ci mette accanto, come “contagiati”, da questa presenza invisibile ma reale; e invitare a procurarla per l’amore reciproco, – “come” Lui ha avuto per noi -, e che è in grado di generarlo fra noi.

(dall’Omelia di don Idilio del 24.08.2019)