L’ABBANDONO!
Sulla croce, nel Vangelo odierno, Gesù dice una frase, una sola: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46). È una frase forte. Gesù aveva sofferto l’abbandono dei suoi, che erano fuggiti. Ma gli rimaneva il Padre. Ora, nell’abisso della solitudine, per la prima volta lo chiama col nome generico di “Dio”. E gli grida «a gran voce» il “perché?”, il “perché?” più lacerante: “Perché anche Tu mi hai abbandonato?”. Sono in realtà le parole di un Salmo (cfr 22,2): ci dicono che Gesù ha portato in preghiera anche la desolazione estrema. Ma resta il fatto che l’ha provata: ha provato l’abbandono più grande, che i Vangeli testimoniano riportando le sue parole originali.
Perché tutto questo? Ancora una volta per noi, per servirci. Perché quando ci sentiamo con le spalle al muro, quando ci troviamo in un vicolo cieco, senza luce e via di uscita, quando sembra che perfino Dio non risponda, ci ricordiamo di non essere soli. Gesù ha provato l’abbandono totale, la situazione a Lui più estranea, per essere in tutto solidale con noi. L’ha fatto per me, per te, per tutti noi, lo ha fatto per dirci: “Non temere, non sei solo. Ho provato tutta la tua desolazione per essere sempre al tuo fianco”. Ecco fin dove ci ha serviti Gesù, calandosi nell’abisso delle nostre sofferenze più atroci, fino al tradimento e all’abbandono. Oggi, nel dramma della pandemia, di fronte a tante certezze che si sgretolano, di fronte a tante aspettative tradite, nel senso di abbandono che ci stringe il cuore, Gesù dice a ciascuno: “Coraggio: apri il cuore al mio amore. Sentirai la consolazione di Dio, che ti sostiene”.
Siamo al mondo per amare Lui e gli altri. Il resto passa, questo rimane. Il dramma che stiamo attraversando in questo tempo ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che la vita non serve se non si serve. Perché la vita si misura sull’amore. Allora, in questi giorni santi, a casa, stiamo davanti al Crocifisso – guardate, guardate il Crocifisso! -, misura dell’amore di Dio per noi. Davanti a Dio che ci serve fino a dare la vita, chiediamo, guardando il Crocifisso, la grazia di vivere per servire. Cerchiamo di contattare chi soffre, chi è solo e bisognoso. Non pensiamo solo a quello che ci manca, pensiamo al bene che possiamo fare.
A voi cari (giovani) amici, guardate ai veri eroi, che in questi giorni vengono alla luce: non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno sé stessi per servire gli altri. Sentitevi chiamati a mettere in gioco la vita. Non abbiate paura di spenderla per Dio e per gli altri, ci guadagnerete! Perché la vita è un dono che si riceve donandosi. E perché la gioia più grande è dire sì all’amore, senza se e senza ma. Dire sì all’amore, senza se e senza ma. Come ha fatto Gesù per noi !”(dall’omelia delle Palme 2020)
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SEI TU, GESÙ CROCIFISSO E ABBANDONATO!
ANDRÒ PER IL MONDO CERCANDOLO IN OGNI ATTIMO DELLA MIA VITA
(Chiara Lubich)
La ricerca si fa appassionata:
ciò che si vuole fuggire io vado cercando.
Mi alzo al mattino e inizia la trafila di una giornata
che è solo in parte prevedibile,
e pur in questo caso, non si può essere mai certi.
E allora quella ricerca è anche attesa:
ricerco ciò che anche mi attende.
E stando tutto in Lui, mi ritrovo a cercare
colui che mi attende e mi viene incontro.
Io vado verso di Lui che viene verso di me.
È un gioco d’amore
che spiega come il dolore che arriva
non è più dolore ma appunto Amore.
Questa trasformazione è il frutto della ricerca
del “vero sposo sulla terra” che, abbracciato,
è solo Amore e quindi gioia d’incontro.
E diviene sorgente d’amore
che zampilla ora e per la vita eterna. (Dip – continua)
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Pensiero del giorno
Dal Vangelo secondo Giovanni 12,1-11
LASCIALA FARE – disse a Giuda Iscariota!
Lascia che questa donna manifesti il suo Amore per Me, lei che mi ha riconosciuto e quindi vuole rendere adorazione, lode e ringraziamento; lei che in tal modo può imparare a riconoscere e custodire i poveri.
Anche Santa Teresa di Calcutta faceva precedere a tutta la sua attività abbondanti adorazioni. Un giorno disse ad un amico sacerdote: “E tu credi che io potrei andare dai poveri se Gesù non mi mettesse nel cuore il suo Amore? Ricordati che Gesù per la preghiera sacrificava anche la carità. Senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri.”
È Lui a dire che ‘ciò che si fa al più piccolo, è a Lui stesso che lo si fa.’
È Lui che da occhi nuovi per vederlo nascosto in ogni persona fino a scoprire la sua vera situazione.
E sarà sempre Lui che insegna come trattarla, cosa farle, mettendo in atto ciò che è vere Amore per lei.
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