Tutti – credenti e agnostici – ci siamo trovati di colpo compresi da un uomo che sembrava portarci tutti sulle spalle. Ci ha spiegato con parole e gesti – e con lui la Chiesa, che da sola sta facendo questo cammino duro, incompreso, indispensabile – che più di tutto oggi abbiamo bisogno di dare un senso a ciò che sta succedendo e che cambia (a volte pare travolga) la nostra intera vita.
Finita l’illusione che “ancora un poco e passa”, che “presto vedrai che tutto torna come prima”, avevamo bisogno di una serata così, dell’incontro con un uomo che ha preso sul serio quel che si agita dentro di noi, incalzandoci con domande dirimenti, perché in queste settimane si decide chi saremo, che comunità diventeremo. «Signore – ha detto Francesco a nome nostro –, ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta», perché «è il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è». Per i cristiani «è il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te e verso gli altri». Per tutti «la tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità». Anche il più lontano dall’annuncio evangelico in queste settimane scopre e sperimenta che questa è la verità più autentica dell’esperienza che stiamo attraversando. Non da soli, ora ne siamo certi.

(F. Ognibene – Avvenire 29.03.2020)
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SEI TU, GESÙ CROCIFISSO E ABBANDONATO!

CIÒ CHE MI FA MALE È MIO

(Chiara Lubich)

È una scelta “stolta” per il mondo
ma “sapiente” per il Signore.
E, soprattutto, decisiva per la stessa vita
perché è dettata dall’Amore.
È un “segreto d’Amore”.

Un Amore che si distende nel tempo
e unisce in un abbraccio
se stessi, eventi e persone.

Sì, perché ciò che fa male
in sé, d’intorno, e negli altri,
è quantità smisurata
che però diventa unitaria perché assorbita
da un solo cuore che ama.
È umana “pazzeria” ma divina “avventura”.

Fai così e non ritrovi più la pesantezza di un dolore
ma una vita ritrovata che riposa nella pace.

MIO IL DOLORE CHE MI SFIORA NEL PRESENTE (Chiara Lubich)

Vivere la vita ad ogni istante, intensamente.
E soprattutto accogliere ciò che non si prevedeva
e scombina e si presenta sempre nuovo.
È vedere un Volto, il suo, sempre diverso.

La vita ha più di questi momenti che di altri più gioiosi.
Per questo chiudere il varco di ciò che fa male ora
significa rendere la vita piena di senso
e pienamente responsabile.

Non fuggire ma accogliere il dolore
significa consapevolezza, concretezza
e non idealità ed emotività.

E sapendo che è mio come suo,
di Gesù Crocifisso e Abbandonato,
mi fa vivere in intimità profonda
con Lui ogni istante.

“Sono con te ora, qui…e ti amo” posso dire.
E ciò che compio poi avrà valore autentico,
puro… come il suo.

Sarà vero Amore tutta la vita. (Dip – continua)
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Pensiero del giorno

Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38

TU, (PIETRO), PER ORA NON PUOI SEGUIRMI, MI SEGUIRAI PIÙ TARDI.

Torna qui la realtà del tempo: quello nostro e quello di Dio.
Pietro è precipitoso e anche imprudente, decisamente impulsivo, e si lascia guidare da quell’istinto che gli ha fatto fare dei passi falsi.
Egli non riesce a vedere il suo limite, che non è pronto per una scelta vera.
Sembra che Gesù gli voglia dire:
Pietro, conosco il tuo amore, so che dentro di te c’è una grande disponibilità, senti anche tu la spinta a donarti ma ti manca il coraggio giusto che ti fa passare dalle parole, piene di ardore, ai fatti.
Ora ti accolgo così come sei, non temere.
Un giorno acquisterai la tua coerenza e mi amerai come tu vorresti. Abbi pazienza con te stesso e con tuoi errori.
Sappi che il mio amore per te non verrà mai meno. Non ti chiedo di dimostrami il tuo. Lo farai un giorno da solo, convinto più che mai.

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