Liliana Segre, 89 anni, è senatrice a vita da gennaio 2018. Una vita da testimone. Tra i giovani, e oggi in Parlamento.
“Quando parlo ai ragazzi dico: io sono stata clandestina, profuga, richiedente asilo, respinta alla frontiera. Ed è stata l’indifferenza a condannarci a essere vittime. La stessa che ieri ha colpito noi che fuggivamo sulle montagne, senza aver fatto niente di male, oggi colpisce chi si trova su un barcone, rischiando la morte in mare: neppure loro hanno fatto del male. Combatto questa indifferenza. Non è una questione politica, ma morale. Riguarda la coscienza di ognuno.
Avevo 14 anni, ero una schiava lavoratrice nei campi di sterminio nazisti. Un giorno vidi il comandante del campo togliersi la divisa nazista: i russi stavano arrivando e lui aveva paura. Nella confusione, gettò la pistola accanto a me. Ebbi la tentazione di prenderla. Di sparare. In fondo, sarebbe stata legittima difesa. Nessuno mi avrebbe accusata di omicidio. Tranne la mia coscienza. Lasciai in terra la pistola. Non sarei diventata come loro. Non ero un’assassina. Da quel momento, dico sempre ai giovani, sono diventata una donna libera”.
(da Italia Caritas)
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