19.01.2020 – 2^del Tempo Ordinario: Io non lo conoscevo! Gv 1, 29-34
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Quando Giovanni il Battista ha iniziato a conoscerlo?
L’indicazione è chiara: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito è lui” (Gv 1,32).
Ed è la stessa anche per noi. E’ necessario seguire lo Spirito che porta sempre a Gesù, anzi Egli “costruisce” Gesù in noi, ci fa altri Lui.
Cosa significa seguire lo Spirito se non guardarsi intorno e cogliere i suoi frutti?
- Dov’è amore, lì c’è Lui;
- Dov’è gioia vera, è Lui che l’ha depositata;
- Dov’è pace, è segno della sua presenza invisibile;
- Dov’è pazienza, là lo Spirito costruisce tenendo conto delle capacità di ognuno;
- Dov’è gentilezza, là c’è il suo tocco delicato;
- Dove c’è bontà, là c’è Lui seminatore ci bene;
- Dov’è grandezza d’animo, là c’è Lui che spinge fino all’eroismo;
- Dov’è dolcezza, là è ancora Lui con la sua comprensione infinita;
- Dov’è la fede, è Lui che dà senso ai momenti di buio, illuminandoli;
- Dov’è modestia, là è Lui a coprire le nostre vere nudità;
- Dov’è autocontrollo, là è Lui che aiuta a scegliere il bene;
- Dov’è castità, là c’è Lui che fa dell’amore un circuito di dono che impedisce l’accesso all’egoismo.
Produrre questi frutti è ricevere l’indicazione precisa di Gesù: egli è l’Agnello di Dio, Colui che vive facendo del bene, donando se stesso fino in fondo e poter togliere il peccato del mondo.
Questa azione di Gesù sul peccato è decisiva e toglie dal dubbio, dall’ansietà e dai ricordi. E’ credere nella sua misericordia gettandosi dentro e uscendone completamente purificati dal sacramento della riconciliazione o confessione. Non c’è più nulla. Nessun ricordo può risuscitarli. Quando il gesto sacramentale accade, tutto scompare e non resta che credere in Lui che salva totalmente e non in noi stessi, nella propria sicurezza e tranquillità.
Esperienza di nuova luce, frutto dello Spirito.
Come tutte le mattine, stavo andando a scuola sulla metropolitana piena di persone di tutti i tipi, in genere intente a leggere o ad armeggiare con lo smartphone.
Guardandole, mi sono chiesto: ma questi sanno per che cosa vivono, hanno un ideale nella vita? E ho provato un senso di pena, di tristezza.
Ma subito ho pensato: ciascuno di loro avrà avuto un dolore nella vita, forse adesso soffre per qualcosa… e di colpo li ho visti in modo diverso: quei dolori sono Dio che li visita, che li ama.
Così non li ho più visti come povera gente, ma come figli suoi. Come se si fosse illuminata la mia visione di quei compagni di viaggio. (C.T. – Italia)