Sono nata in una famiglia cristiana, ultima di cinque figli e sono cresciuta serenamente. Da oltre 20 anni vivo in Italia. Nel 1979 ho conosciuto il Movimento dei Focolari da una professoressa che conduceva una vita esemplare. Aveva fatto nascere in me una domanda: perché vive così? Non ho aspettato tanto a chiederglielo e mi ha detto con tanta semplicità che cercava di mettere in pratica il Vangelo.
Nel 1994 sono iniziati i massacri nel mio Paese. Anche la mia famiglia è stata duramente colpita: 39 tra fratelli e nipoti sono stati uccisi. Ero in preda allo sconforto. Piano piano mi sono ritrovata vuota di quei sentimenti che mi riempivano l’anima, mi sembrava che niente avesse più senso. A quel tempo lavoravo per la Croce Rossa in Kenya, per i profughi Rwandesi. Proprio lì mi sono trovata faccia a faccia con il nemico, con persone dell’altra etnia che avevano preso parte ai massacri. Ho pensato alla vendetta, mi sentivo confusa e ho chiesto aiuto a Dio, alle mie compagne che vivevano con me.
Un giorno mentre ero in Chiesa mi tornarono in mente le parole di Gesù sulla croce: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Avevo imparato da Chiara Lubich che Lui aveva dato la vita per amore mio, così anch’io dovevo fare lo stesso.
Il giorno dopo torno in ufficio, trovo una fila di gente, proprio quelli della mia città, che conoscevano mio padre e i miei fratelli. Anche loro vedendomi si sentono a disagio, cominciano a tornare indietro. Con forza vado loro incontro parlando nella nostra lingua, senza chiedere niente della mia famiglia, ma interessandomi alle loro necessità.
Una gioia grande mi era tornata, mi sentivo libera d’amare come prima, e quando sono potuta tornare in Rwanda, sono andata a trovare in carcere l’uomo che aveva ucciso i miei fratelli per dirgli che lo avevo perdonato. Dio aveva spalancato il mio cuore e, al posto della vendetta, mi faceva sperimentare il frutto del perdono. (P.W. – Rwanda)
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