15.03.2020 – 3^ di Quaresima: Urgenza della conversione – Ecco come cerco di vivere
, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,Cari fratelli e sorelle!
È salutare contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è stata donata la misericordia di Dio. L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un “faccia a faccia” col Signore crocifisso e risorto «che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Un dialogo cuore a cuore, da amico ad amico. Ecco perché la preghiera è tanto importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene. Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato. La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla sua volontà.
In questo tempo favorevole, lasciamoci perciò condurre come Israele nel deserto (cfr Os 2,16), così da poter finalmente ascoltare la voce del nostro Sposo, lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e disponibilità. Quanto più ci lasceremo coinvolgere dalla sua Parola, tanto più riusciremo a sperimentare la sua misericordia gratuita per noi. Non lasciamo perciò passare invano questo tempo di grazia, nella presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a Lui.
(Messaggio di Papa Francesco)
Ecco come cerco di vivere
Conosco questo avvertimento:
“ 19 Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro?
Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.
20 Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno” (Mc 2,19.20).
Ma io so che c’è “un solo sposo sulla terra, Gesù Abbandonato! In Lui è tutto il Paradiso con la Trinità e tutta la terra con l’Umanità. Perciò il suo è mio e null’altro. E suo è il Dolore universale e quindi mio…
Mio il dolore che mi sfiora nel presente. Mio il dolore delle anime accanto (è quello il mio Gesù).
Mio tutto ciò che non è pace, gaudio, bello, amabile, sereno…, in una parola: ciò che non è Paradiso. Poiché anch’io ho il mio Paradiso ma è quello nel cuore dello Sposo mio. Non ne conosco altri» (Chiara Lubich)
Me lo ripropongo, in modo particolare in quest’ora difficile del nostro tempo!
Lui quel Gesù di cui è possibile fare esperienza concreta.
(don Idilio)