28 Aprile – Al volo … CHI VIENE A ME NON AVRÀ FAME E CHI CREDE IN ME NON AVRÀ SETE, MAI.

28 Aprile – Al volo … CHI VIENE A ME NON AVRÀ FAME E CHI CREDE IN ME NON AVRÀ SETE, MAI.

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Al Volo,

CHI VIENE A ME NON AVRÀ FAME E CHI CREDE IN ME NON AVRÀ SETE, MAI.
Pensiero del giorno: Dal Vangelo secondo Giovanni 6,30-35
Chi viene a Me. È qui sufficiente andare da Gesù con la semplicità del bambino, ed Egli nutre con la sua stessa vita di cui l’Eucaristia non ne è che l’espressione concreta e vitale. È dirci: questo Pane è il mio Corpo che è la mia vita data per voi; prendetelo e mangiatelo sapendo che non sono solo vicino a voi ma voi siete in me e io in voi. Insieme uniti. È Gesù che si fa carne in noi. Incontro con Gesù che sta ora nel nostro desiderio e che la comunione spirituale prepara.
Chi crede in Me. È qui necessario assumere il suo pensiero per saper distinguere come la pensa Dio da come la pensano gli uomini. È la sete di Parola di Dio che permea mente, cuore e sensi. Il vivere la Parola diviene allora sorgente che non disseta solo noi ma, per noi, anche tanti altri.
L’Eucaristia e la Parola divengono così dono e gesto di carità perché è segno di grande Amore vivere e donare la Parola di Dio.

Alla scuola del Risorto
È possibile costruire un mondo diverso con Gesù Risorto. È Lui stesso che lo promuove e mette in testa le idee sane, muove le persone, manda il necessario. L’importante non avere mire personali ma solo il desiderio profondo che venga il Regno di Dio.
Ogni cosa che si fa deve servire solo a questo. Non per voler attirare persone, per dire di essere risusciti nella vita, per qualche venatura d’interesse. La gloria è sua, mentre io, te, noi siamo lì ad impegnarsi con Lui, in Lui, per Lui così che il Padre si manifesti tale per ognuno e per tutti.

Mi è stato chiesto: TU COME STAI?
R. “Vado avanti “accettando” questo eremitaggio…che non è la mia vocazione. È uno sforzo, che mi costa, pensare – è doversi convertire! – che è amore per gli altri “restare” a casa,  anche per un prete!
Prova poi a leggere … AL VOLO … di oggi (ieri e oggi) nel riquadro dei rischi e delle risorse… È nato dopo 50 giorni di digiuno da telefonate o messaggi in arrivo, anche se non del tutto totale; ci sono stati solo brevi “sprazzi” di comunicazione , talora di ordine tecnico.
Sentivo dentro che bisognava rimanerne in attesa. È questo il tempo del sacerdozio regale (dei laici) depositato nel battesimo. Se non sviluppa…non ci sarà futuro all’altezza del tempo!” Questa la risposta!
Ma, come si sa, dietro c’è anche l’esigenza, più volte espressa, di raccogliere il positivo e farlo circolare. Di negativo ce ne fin troppo ed è giunto il tempo di cambiare rotta. Il futuro lo si costruisce non mettendo l’un contro l’altro in una competizione incentivata dal merito, ma ponendo l’uno accanto all’altro consapevoli che quel che uno non ha è perché sono altri che lo posseggono. È questa parte che dovrà emergere per fare vera comunità, per essere parrocchia!
Coraggio dunque! Penso che sia rimasta ormai una settimana di tempo. Il ritorno, anche solo moderato, in Chiesa, potrebbe interrompere se non chiudere questo tempo di grazie particolari. Approfittiamone, per comunicare. Io resto in attesa con mente e cuore aperti.
(Idilio)

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Settimanale Parrocchia San Valentino in Villantria