02.08.2020 – 18^ Tempo Ordinario: CON GESÙ FRA NOI IL DESERTO FIORIRÀ – Mt 14,13-21

02.08.2020 – 18^ Tempo Ordinario: CON GESÙ FRA NOI IL DESERTO FIORIRÀ – Mt 14,13-21

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Nel deserto, là dove nulla trovi, Dio opera una meraviglia. In ogni deserto del cuore e dell’anima, là dove si sperimenta l’aridità e ogni germoglio riesce mal appena a spuntare e si avviano fuochi di paglia, emozioni del momento, nulla di consistente e sicuro; là Dio si fa sentire e anche il deserto fiorisce.

Ma ci vogliono persone che, dentro il deserto, continuano a credere che le cose possano cambiare e può nascere una cosa nuova.

È necessario restare dentro la vita concreta, dentro la situazione, senza scappare.

Si tratta di cogliere la fatica e diventare riposo; sperimentare l’insicurezza e ridare coraggio. In una parola: esserci!

Ed è lì che si trova Gesù sempre pronto a dare ora cibo, ora speranza, ora coraggio, cioè quel che serve. Gesù vive con gli altri e per gli altri e non bada alla sua tranquillità. È con Lui che possiamo coinvolgerci in questa avventura umana e divina insieme.

Vediamo l’evento di oggi.

Gesù rende “operativa” la parola che pronuncia. D’ora in poi i suoi discepoli non possono più dire che non è possibile.

1. Portare ciò che si ha.

Il necessario per nutrire chi ha fame non sta in cielo e piove quaggiù, ma è depositato presso di noi, lo abbiamo già noi. È qui che si vede il cambiamento reale della vita: nel riuscire a far parte del nostro all’altro.

2. Benedizione di Gesù.

Noi chiediamo: dacci oggi il nostro pane quotidiano! Dio benedice ciò che circola a beneficio di tutti, specialmente di chi manca del necessario.

  1. 3.    Mangiarono tutti e furono sazi.

Qui si nota l’abbondanza; e ciò dimostra che, quando tutti stanno bene, non c’è più bisogno di fare a meno di qualcosa!

Riflettiamo!

Dio.

È uno che penso mi ami e mi faccia star bene personalmente?

O uno che, come Padre, ama e vuole il bene di tutti?

Noi stessi.

Sono tranquillo per la mia buona riuscita anche nella vita cristiana?

O mi preoccupo della salvezza di fratelli e sorelle?

Ciò che possiede.

Sono sempre orientato a far del mio ciò che voglio?

O tendo ad una solidarietà fraterna?

Gli altri.

Sono ancora gente altra da me, esterna alla mia vita o che entra in casi estremi?

Oppure la comincio a sentire parte di me da amare come me stesso e di più Corpo di Cristo che ritiene fatto a sé ciò che all’altro si fa?

Conclusione.

L’ esperienza di vita cristiana è di fraternità. Prima si è fratelli, bisogna vivere da fratelli e poi viene il resto. Ogni comunità può fare esperienza di comunione di beni materiali e spirituali. Perché, allora, non pensare ad una Cordata di Solidarietà e creare un fondo comune?

Santa Teresa di Calcutta diceva:

“Tante volte ti ho chiesto, Signore: perché non fai niente per quelli che muoiono di fame? … Allora tu mi hai risposto: io ho fatto tanto; io ho fatto tutto quello che potevo fare: ho fatto te.

Ora capisco, Signore, io posso sfamare chi ha fame, io posso visitare i malati, io posso amare chi non è amato, io posso combattere le ingiustizie, io posso creare la pace, io posso conoscere Te… Aiutami, Signore, ad essere le tue mani“.