27.09.2020 – 26^ Tempo Ordinario: Ma poi si pentì e vi andò (Mt 21,29)
, Con 0 Commenti, Categoria: Commento al Vangelo, Liturgia,La fede può essere vissuta più o meno intensamente, ma resta sempre segnata dalle nostre fragilità a cui è soggetta ogni esperienza umana. Tutti i credenti dunque hanno bisogno di conversione. Nell’impegno di integrare ogni giorno fede e vita siamo invitati ad essere capaci di cambiare, di orientarci sempre meglio e di più alla Parola di Dio che deve guidare le nostre vite.
Chi fa veramente la volontà di Dio? La parabola dei due figli, nel vangelo di questa domenica, non vuole esaltare i peccatori e disprezzare i devoti. Annuncia invece la sorprendente vicinanza di Dio che offre sempre la possibilità di cambiare vita, di ripensare le proprie scelte. Malgrado i nostri “no”, Dio non ci rifiuta.
La pagina evangelica di oggi, lo notiamo subito, è costruita su un duplice contrasto: il primo sta nella risposta antitetica dei due figli alla richiesta da parte del padre di andare a lavorare nella vigna. Il secondo sta nella differenza tra la loro risposta e l’atto pratico. Il secondo figlio, che all’inizio aveva aderito prontamente, alla fine declina l’invito del padre, mentre il primo figlio va poi a lavorare alla vigna. La non corrispondenza tra il dire e il fare, comune ad entrambi i figli, viene risolta dall’evangelista dalla parte del “fare”: il dire rimane sempre ambiguo, solo il fare è decisivo.
Nessuno dei due figli può vantare un’obbedienza perfetta, una piena corrispondenza tra il dire e il fare. La salvezza non è data da questa perfetta conformità, ma al contrario dalla capacità di ricredersi: è il pentimento che deve sopraggiungere almeno “alla fine”, che deve diventare la sorgente ispiratrice della decisione finale. Al centro della proposta della Parola evangelica oggi ci sta la conversione: la capacità cioè di guardare a Gesù per essere come Lui creature nuove. Proviamoci!